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MANUELA Sedicenne morta nel ’95, Procura riapre il caso di Manuela Murgia

Secondo le rivelazioni, la morte di Manuela potrebbe non essere stata un suicidio, come era stato inizialmente ipotizzato

AUTORE:
Michele Solatia
PUBBLICATO IL:
14 Marzo 2025
Prima pagina //

Il caso della morte di Manuela Murgia, la ragazza di 16 anni trovata senza vita il 5 febbraio 1995 nel canyon di Tuvixeddu a Cagliari, ha riacceso l’attenzione dopo 30 anni di silenzio. La Procura di Cagliari ha infatti riaperto l’inchiesta, con l’ipotesi di omicidio volontario, dopo che sono emersi nuovi dettagli inediti sulla morte della giovane. L’inchiesta era stata inizialmente archiviata come suicidio, ma la riapertura del caso segna una svolta importante.

L’evento è stato trattato in dettaglio durante la trasmissione televisiva Detectives, andata in onda su Rai 2, e successivamente riportato dal quotidiano L’Unione Sarda. Sono emersi nuovi particolari sulla vicenda, che potrebbero portare a una revisione totale della versione ufficiale dei fatti.

Secondo le rivelazioni, la morte di Manuela potrebbe non essere stata un suicidio, come era stato inizialmente ipotizzato, ma potrebbe essere stata preceduta da una violenza sessuale. Il medico legale Roberto Demontis, che è stato nominato come consulente dai familiari di Manuela, ha portato alla luce nuove evidenze che hanno convinto la Procura a riaprire il caso.

Secondo Demontis, le lesioni sul corpo della giovane non corrispondono a una caduta accidentale o a un suicidio, ma sono compatibili con quelle provocate da un incidente stradale, suggerendo la possibilità che Manuela sia stata investita da un’auto. L’ipotesi di un’auto coinvolta nel decesso della giovane è stata avanzata proprio sulla base di un’accurata consulenza che ha rivisitato le cause della morte.

I dettagli precedenti alla morte

Durante la trasmissione televisiva, è emerso che nei giorni precedenti alla morte di Manuela, i suoi familiari avevano scoperto che la ragazza nascondeva del denaro nel lampadario di casa. Inoltre, la giovane riceveva strani telefonate, il che aveva suscitato preoccupazione tra i suoi cari. Questi dettagli, uniti alle nuove evidenze emerse nel corso delle indagini, hanno spinto la famiglia della ragazza a presentare un’istanza per la riapertura del caso nel 2024. Nonostante la Procura avesse inizialmente respinto questa richiesta, l’ulteriore approfondimento della consulenza medico-legale ha portato a una rivalutazione delle circostanze e a una nuova indagine.

Gli avvocati della famiglia Murgia, Giulia Lai e Bachisio Mele, hanno espresso grande fiducia nell’operato della Procura di Cagliari. In particolare, l’avv. Lai, che tutela le sorelle della giovane vittima, ha dichiarato di essere ottimista riguardo alla riapertura delle indagini e ha ribadito l’importanza della consulenza medico-legale che ha sostenuto la nuova ipotesi di omicidio. “Abbiamo sempre creduto che non si trattasse di suicidio e ora finalmente vediamo un impegno serio da parte della Procura”, ha dichiarato l’avvocato Lai.

Anche l’ex capo della Squadra Mobile di Cagliari, Emanuele Fattori, ha confermato durante la trasmissione che il caso è stato riaperto. Questo sviluppo è stato accolto con speranza dalla famiglia di Manuela, che da anni chiedeva giustizia per la morte della ragazza.

La nuova ricostruzione suggerisce che Manuela Murgia potrebbe essere stata prima vittima di violenza sessuale, per poi essere investita da un’auto e lasciata morire nel canyon di Tuvixeddu. Le lesioni sul corpo della ragazza, che inizialmente erano state attribuite a una caduta accidentale, sono ora considerate compatibili con un incidente stradale. L’ipotesi dell’occultamento del cadavere è stata avanzata dai legali della famiglia Murgia, i quali ritengono che Manuela sia stata uccisa e poi lasciata in quel luogo in modo da far sembrare la sua morte un incidente.

La consulenza medico-legale del dott. Roberto Demontis ha contribuito in modo decisivo alla riapertura del caso. Il medico ha suggerito che le ferite riportate dalla ragazza siano riconducibili a un incidente stradale, con l’ipotesi di una violenza sessuale perpetrata prima dell’incidente. L’autopsia e gli esami sul corpo di Manuela, così come la testimonianza di esperti in balistica e forense, potrebbero rivelarsi fondamentali per fare luce su questa tragica vicenda.

La famiglia Murgia, composta dalla madre, il padre e le sorelle di Manuela, ha sempre mantenuto la convinzione che la giovane non si fosse suicidata, ma fosse stata uccisa. La scoperta di dettagli come il denaro nascosto e le telefonate misteriose ha alimentato il sospetto che ci fosse qualcosa di molto più oscuro dietro la morte della ragazza.

Nel corso degli anni, la famiglia ha cercato in tutti i modi di far riaprire il caso. Nel 2024, dopo la respinta iniziale della richiesta di riapertura, sono tornati alla carica, presentando una nuova istanza che è stata finalmente accolta dalla Procura di Cagliari.

“Abbiamo sempre sperato che la verità venisse a galla, e ora finalmente possiamo vedere che ci sono progressi”, ha dichiarato Giulia Lai, legale delle sorelle della vittima. “Il nostro obiettivo è fare luce su questa tragedia e dare giustizia a Manuela”.

La riapertura del caso di Manuela Murgia, a distanza di 30 anni, rappresenta una speranza per la famiglia della ragazza e per chiunque creda che giustizia debba essere fatta. Le nuove indagini potrebbero portare a una revisione definitiva di ciò che è realmente accaduto quella tragica notte del 5 febbraio 1995. La determinazione degli avvocati della famiglia, insieme al supporto di consulenti esperti, potrebbe essere decisiva nel portare alla luce la verità e nel dare finalmente una risposta a una delle tragedie più sconvolgenti di Cagliari.

Lo riporta l’ANSA.

1 commenti su "Sedicenne morta nel ’95, Procura riapre il caso di Manuela Murgia"

  1. Finalmente dopo trent’anni siamo riusciti a far venire a galla quello che abbiamo sempre asserito. Manu non su è uccisa, ma è stata brutalmente assassinata.
    Giustizia per Manuela Murgia

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