Bari. Il consigliere regionale Gianni Stea (Area popolare) ha rilasciato la seguente dichiarazione. “Denunciando, assieme agli amici della Coldiretti, i rischi dell’importazione selvaggia di prodotti agroalimentari dall’estero, avevamo visto giusto. Ed oggi giunge la notizia dell’ennesima operazione del Corpo Forestale dello Stato che ha permesso di scoprire i vorticosi traffici di grano che da Paesi lontani giungono in Puglia per produrre pasta e pane, che appare ai consumatori con il marchio Made in Italy e che, invece, conterrebbe sostanze altamente pericolose per la salute dei consumatori, ma anche per gli operai che devono – durante il processo di produzione – venirne a contatto. Innanzitutto il mio plauso agli agenti della Forestale impegnati in questa attività senza sosta a tutela del vero agroalimentare italiano – e pugliese in particolare – che senza ricorrere a sotterfugi criminali può vantare un comparto di eccellenze e livello internazionale, forte del valore aggiunto di proprietà organolettiche – dal grano all’olio alla frutta – uniche. Quindi l’ennesima richiesta alle Istituzioni locali, nazionali e europee a non abbassare la guardia.
Come denunciato dalla Coldiretti nel solo porto di Bari sono state scaricate in 9 mesi da luglio ad aprile ben 1,5 mila tonnellate di grano duro straniero e, contemporaneamente, i prezzi del grano pugliese sono crollati del 35 per cento rispetto allo scorso anno, da 36 a 24 euro al quintale, su valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro del granaio Italia. Oltretutto, anzi soprattutto con il forte pericolo rappresentato da prodotti la cui filiera è difficilmente rintracciabile. Una beffa per l’agricoltura pugliese e del Sud Italia in generale. Dopo l’importazione di tonnellate di olio di oliva dal Nord Africa, nel nome di una dubbia azione solidale, continua l’attacco indiscriminato ai nostri prodotti di eccellenza, in sfregio a qualsiasi regola dell’equa e corretta concorrenza. Il problema è l’apertura incondizionata delle barriere dal punto di vista agricolo, senza una valutazione dell’impatto reale sui nostri sistemi, senza una pretesa di reciprocità, sacrificando ancora una volta i territori più poveri dell’Unione europea e facendo il gioco di chi, senza alcuno scrupolo, immette poi sul mercato prodotti che nulla hanno a che vedere con le nostre tradizione e vocazione agricola. Ai colleghi del Consiglio regionale pugliese, ai rappresentanti della Giunta, al presidente Michele Emiliano e a tutti i nostri parlamentari ed europarlamentari, al governo italiano, chiedo un intervento fermo, deciso e preciso”.