Manfredonia, 14 maggio 2019. ANCORA problemi nel Golfo di Manfredonia derivanti dalla pesca a strascico sottocosta: “Reti distrutte, danni per i fondali marini, violazione del ripopolamento del mare, disprezzo per le attività dei pescatori“.
Divieto in Italia entro le 3 miglia marine. ”La pesca a strascico è un metodo di pesca che consiste nel trainare attivamente una rete da pesca sul fondo del mare. La rete può essere trainata da una o due barche. La pesca a strascico bentonica è fonte di notevole impatto sull’ambiente marino. Le reti a strascico infatti distruggono o asportano qualunque cosa incontrino sul fondale, pesci, invertebrati, coralli, alghe, posidonie, eccetera e lasciano un ambiente devastato dove le comunità biotiche originarie si potranno reimpiantare solo dopo molto tempo [ Fonte: Massimo Spagnolo, Elementi di economia e gestione della pesca, Franco Angeli, 2006]. Questo è particolarmente grave nel caso di ecosistemi complessi e di fondamentale ruolo biologico come quello della prateria di Posidonia oceanica, che possono essere totalmente distrutti anche con una sola passata (Fonte: icram – istitutoveneto)”.
Proprio per evitare questo in alcuni paesi, ad esempio in Italia, “si è deciso di vietare la pesca a strascico sottocosta (entro le 3 miglia marine o al di sopra della batimetrica dei 50 metri), dove queste comunità complesse si sviluppano, ma ciò nonostante è frequente leggere sui quotidiani di pescherecci che strascicano impunemente nelle zone vietate facendo danni irreparabili e minando le loro stesse possibilità di pesca future. Un altro sistema di salvaguardia della fauna dalla pesca distruttiva è quello di istituire periodi di fermo biologico (durante periodi riproduttivi dei principali organismi oggetto di pesca o di bycatch) in cui la pesca a strascico è completamente vietata ovunque in modo da consentire la riproduzione di questi animali. (wikipedia)”.
“Parliamo di una piega che va avanti da 3 generazioni di pescatori”, spiegò a StatoQuotidiano anni fa un pescatore. “Un’attività illecita compiuta a meno 200 metri dalla riva. Sono certo di quello che dico: noi svolgiamo attività di pesca con reti da posta. Alla riapertura del fermo biologico avevo 60 reti (”1.500 euro il valore di quelle usate”) posizionate a circa 200-250 metri dalla riva con regolari segnali, bandierine oltre a delle boe bianche con funzione di segnalazione. A causa delle azioni di questi sciacalli – che comunque non sono tantissimi – ho perso tutte le reti, che sono state distrutte. Questa gente non comprende che danneggia innanzitutto i fondali, il ripopolamento del mare e soprattutto non ha rispetto per le attività di tutti i pescatori”. Così nel 2015.
Il problema è stato segnalato “numerose volte” agli organi di competenza.
Per il Golfo di Manfredonia: il tratto interessato per l’attività illecita di pesca è quello ricompreso tra Il porto industriale verso Mattinata e Mattinatella.
REDAZIONE STATOQUOTIDIANO.IT – RIPRODUZIONE RISERVATA
Sono sparite le cozze pelose e soprattutto le carecchie!! Però sono state vendute quantità colossali di seppie specialmente vicino i pizzicantoni nelle strade e nei mercatini e tutte vendute in NERO.
Quello che a perso 60 reti e sicuro che è stato un peschereccio? E se le hanno rubate e lui dormiva? Xke se è stato un peschereccio xké con il suo natante nn è andato sul peschereccio?
Perché voi pensate che le reti da posta nn danneggino… alzate un muro dal porto industriale sino a vieste mo mo calate sulle spiagge e le reti che nn riuscite a recuperare le abbandonate li continuando a produrre distruzione……. a dimenticavo il 90% non hanno alcuna licenza e sono cassintegrati e dove sono i controlli della finanza…
E’ illegale e devastante la pesca sottocosta (a 100 metri dagli scogli) ma anche le centinaia di reti da posta messe non si sa da chi e con quali autorizzazioni.
In quelle zone ci vogliono le navi da guerra altrimenti il problema non si risolve
I g n o r a n t i e i n g o r d i.