https://youtu.be/vdwKjn3qpVY
https://youtu.be/PJWB-Us1Qoo
“L’ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l’uccisione di tutta la mia famiglia“. E’ quanto avrebbe detto agli inquirenti, alla presenza del proprio legale, il 17enne sottoposto da ieri a fermo per l’omicidio volontario di Noemi Durini, 16enne di Castrignano del Capo il cui cadavere è stato trovato in campagna, a 11 giorni dalla sua scomparsa.
A causa di alcuni atteggiamenti irriguardosi verso quanti erano presenti fuori la sede della stazione carabinieri di Specchia, il 17enne ha rischiato il linciaggio. L’omicida è stato interrogato alla presenza del proprio difensore e del procuratore capo del tribunale dei minori Maria Cristina Rizzo.
Un avviso di garanzia per sequestro di persona e occultamento di cadavere è stato notificato al papà del 17enne. La povera Noemi Durini sarebbe stata uccisa con uno o più colpi di pietra, uno dei quali l’ha raggiunta alla testa. Il corpo, parzialmente occultato sotto alcuni massi, è stato trovato in un pozzo nelle campagne di Castignano del Capo (Lecce). E’ stato lo stesso fidanzatino a portare i carabinieri sul luogo in cui si trova il corpo della sedicenne.
Lo riporta l’Ansa.
Di seguito un comunicato su quanto succederà oggi. Il presidio convocato da
Zona Franka e Rete della Conoscenza sarà a Piazza Prefettura su Bari, alle
ore 18. Nelle altre province pugliesi ci saranno striscioni e azioni
comunicative in memoria delle vittime di femminicidio, per ricordare Noemi
e per una rivoluzione culturale affinchè non ci siano più violenze, stupri,
femminicidi.
Nel pomeriggio invieremo le foto di tali iniziative.
TI AMO DA VIVERE
Ormai è all’ordine del giorno l’escalation di violenza che sta travolgendo
il nostro Paese. Una violenza che sembra essere la fotografia della
regressione che il nostro Paese sta vivendo, una regressione che si misura
tanto sul piano materiale che sul piano culturale.
“L’omicidio di Noemi avvenuto nel leccese è solo l’ultimo di un elenco
troppo folto di stupri e femminicidi che richiamano schemi di una feroce
sopraffazione di stampo patriarcale. Schemi che si stanno riaffermando con
forza nelle nostre vite e che riguardano non solo la violenza sulle donne
ma anche il culto dell’odio verso il diverso, come ad esempio il soggetto
migrante, inquadrato come la causa della povertà economica in cui versano i
cittadini” dichiara Sara Acquaviva, Coordinatrice della Rete della
Conoscenza Puglia “ La società e la politica devono interrogarsi su che
tipo di educazione alle relazioni si sta trasmettendo alle nuove
generazioni. Le relazioni interpersonali, sentimentali, spesso sono un
condensato di emozioni cui i più giovani si approcciano senza un minimo di
preparazione, se non quella dell’educazione familiare.”
“La giovane età dei due ragazzi fa pensare.” prosegue Davide Lavermicocca,
Coordinatore Unione degli studenti Puglia “ A prescindere dal genere, ci
approcciamo alle relazioni spesso introiettando comportamenti machisti,
secondo schemi sull’amore che si riproducono socialmente, attraverso il
controllo psicologico o fisico dell’altro o dell’altra. La scuola, oggi,
deve parlare agli studenti anche di queste questioni, dialogare con
consultori e centri antiviolenza. Solo la conoscenza può cancellare tale
ondata di violenza, per prevenire servono sportelli di ascolto dentro
scuole e università e maggiore formazione!”
“Di fronte a tutto ciò non possiamo stare in silenzio” conclude Sara
Acquaviva “perciò chiamiamo tutte le forze democratiche della città e della
provincia di Bari e tutti i cittadini a partecipare al presidio che si
terrà oggi alle ore 18.00 davanti la Prefettura del Capoluogo. Chiameremo
le istituzioni ad impegnarsi per politiche precise per invertire la rotta
prima che sia troppo tardi.”
In contemporanea, nel pomeriggio, anche nelle altre città pugliesi ci
saranno azioni organizzate dagli studenti in memoria di Noemi e di tutte le
vittime di violenza di genere, unite dall’hashtag “ti amo da vivere”,
proprio perchè non si può morire amando, e non si uccide mai per amore. Si
uccide perchè esistono ancora modelli relazionali di stampo patriarcale.
—
*Rete della Conoscenza Puglia*
Bari – Via Dalmazia 35 –
Vicenda Specchia, precisazione Corecom
In merito alla vicenda di Specchia, il Comitato regionale per le Comunicazioni della Puglia, invita tutte le emittenti locali pugliesi, pur nell'esercizio del diritto di cronaca, ad osservare quanto previsto dal Codice di autoregolamentazione TV e minori, dall’art.25 della Legge n.675/96 nonché dal Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, nel trasmettere immagini di minori autori, testimoni o vittime di reati garantendo “ l’assoluto anonimato”. A tal fine, dalla data odierna, attraverso il proprio sistema di monitoraggio, il Comitato ha disposto l’analisi dei programmi di informazione, approfondimento o dirette mandate in onda da alcune emittenti televisive locali compreso la TGR Puglia – Servizio Pubblico RAI 3-.
Non sono d’accordo con il linciaggio ma sono favorevole alla lapidazione da parte —-
Sedicenne Uccisa: Stefàno, “Da Chi l’ha visto? inammissibile voyeurismo
giornalistico” *
“Questo metodo, se da un lato non rispetta la dignità e la privacy dei
soggetti coinvolti da questi terribili episodi, dall’altro interpreta con
modalità inopportune e incoerenti la necessità di trasferire notizie ai
telespettatori. E’ una testimonianza allarmante della deriva che talvolta
può assumere un certo modo di concepire il servizio televisivo, in
particolar modo di una rete pubblica”. Sono le parole che si leggono in una
interrogazione presentata nel pomeriggio dal senatore Dario Stefàno,
Presidente de La Puglia in Più, indirizzata al Ministro dello Sviluppo
Economico, a seguito del servizio andato in onda su Rai 3 durante la
trasmissione “Chi l’ha Visto?” sul caso Noemi Durini.
“Tale approccio – continua Stefàno – tende a porsi in piena sintonia con la
diffusa e censurabile tendenza alla rincorsa senza scrupoli degli ascolti,
nella cui prospettiva la spettacolarizzazione delle sventure più intime e
raccapriccianti viene usata come una delle leve più efficaci e a portata di
mano. Queste modalità sviliscono e mercificano ciò che nella vita vi è di
più alto, drammatico e riservato, come per esempio il dolore e la
sofferenza delle persone”.
“Il Garante per la protezione dei dati personali si è già pronunciato più
volte, in senso critico, a proposito del principio di essenzialità
dell’informazione e a proposito della diffusione di dati, soprattutto in
presenza di minori coinvolti”.
“La giornalista inviata – conclude Stefàno – non era certo la figura
deputata e competente per dare comunicazione di tale terribile notizia e
degli esiti delle indagini agli interessati, soprattutto se quella notizia
riguardava un soggetto di minore età, e credo che la scelta di mandare in
onda questo servizio necessitasse di ben altra valutazione rispetto a
quella operata”.
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Grazie per l’attenzione.