Manfredonia (Fg), 14 settembre 2022, (L’Immediato) – Aziende del pesce in odor di mafia a Manfredonia. Nelle scorse ore la Prefettura di Foggia ha reso note, dopo i ricorsi respinti dal Tar Puglia, due interdittive antimafia nei confronti di altrettante realtà locali. Le imprese colpite sono la “Minaba Farm” e il “Consorzio Semi”. I provvedimenti sono stati adottati dal prefetto Maurizio Valiante “all’esito di un’attenta istruttoria, con l’ausilio del Gruppo Interforze Antimafia che ha fatto emergere a carico delle imprese colpite – riporta la nota stampa della Prefettura – elementi sintomatici del pericolo concreto di condizionamento delle stesse da parte della criminalità organizzata locale”.
Come ha dichiarato il prefetto “recenti operazioni di polizia dirette dalla Direzione Distrettale Antimafia di Bari hanno disvelato che la criminalità organizzata ha assunto negli anni il controllo del comparto imprenditoriale connesso all’itticoltura e al commercio ittico”.
Il Tar Puglia, come detto, ha già bocciato i ricorsi presentati dai legali delle aziende, gli avvocati Gabriele Esposto e Pasquale Rinaldi, confermando le interdittive della Prefettura di Foggia.
Solo pochi mesi fa, gli inquirenti hanno inflitto un duro colpo al mondo dell’acquacoltura attraverso il sequestro preventivo di oltre 600mila euro ai danni di Sandro Colletta, Ezio Grieco e Michele Gelsomino, i primi due riconducibili a “Minaba”, tutti imprenditori del settore accusati di aver intascato fondi europei per opere mai avviate.
“Minaba Farm” e “Consorzio Semi” sono citate ampiamente nella lunga relazione della commissione d’accesso agli atti che nel 2019 portò allo scioglimento per infiltrazioni criminali del Comune di Manfredonia. Le due aziende – stando all’analisi dei commissari – sarebbero riconducibili a persone vicine agli ambienti della mala, in particolare il clan Lombardi-Ricucci-La Torre.
La commissione scrisse che “Minaba” aveva tra le proprie fila proprio Sandro Colletta, un 47enne manfredoniano ritenuto vicino al boss Mario Luciano Romito ucciso nella strage di San Marco del 9 agosto 2017. Il capomafia venne poi soppiantato dal clan Lombardi-Ricucci-La Torre colpito a dicembre scorso dal blitz “Omnia Nostra”. In passato, l’imprenditore – sempre stando alla relazione – sarebbe stato fermato dalle forze dell’ordine in compagnia di Pietro La Torre, uno dei vertici dell’organizzazione.
Nel 2019 i commissari evidenziarono, inoltre, gli affari in comune tra Colletta e membri della famiglia di Mario Luciano Romito soffermandosi sulla gestione della società “Frullati di Frutta” che dava il nome ad un locale per anni fulcro della movida sipontina. “La società in questione subì un sequestro preventivo emesso dalla procura della Repubblica di Bari-DDA”, scrissero in relazione.
Per la commissione d’accesso l’imprenditore “non può essere considerato estraneo a rapporti con esponenti di famiglie cui appartengono vertici della criminalità organizzata. Tali rapporti, lungi dal poter essere considerati occasionali, sono stati anzi stabili, cementificati persino da cointeressenze societarie”.
“Il Consorzio Semi – che come riportarono i commissari si aggiudicò il contratto per la futura gestione del mercato ittico sipontino – era composto inizialmente proprio da Minaba Farm e dalla G.L. Itticoltura già raggiunta da interdittiva nei mesi scorsi”. Precarie le autorizzazioni, all’epoca il Comune di Manfredonia si fece bastare una mera “autocertificazione” antimafia.
“Appare evidente come tale consorzio – concluse la commissione d’accesso – non possa essere considerato immune dalle infiltrazioni della criminalità organizzata di questo territorio. Il travagliato iter legato alla gestione del mercato ittico – ed il successivo epilogo – non possono quindi che destare forti preoccupazioni circa la stretta connessione tra decisioni politiche e tessuto imprenditoriale contiguo alle organizzazioni criminali”. (L’Immediato)
Piano piano stanno aprendo un enorme vaso di Pandora. Chissà cosa ne uscirà!