(Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno – sezione Capitanata). Francesco Notarangelo, 59 anni, di Mattinata, conosciuto come “Natale“, ex affiliato al clan Romito e successivamente parte del gruppo Lombardi/Ricucci/La Torre, è il più recente collaboratore di giustizia della mafia garganica.
Con il suo contributo, il numero dei pentiti della criminalità organizzata della zona è salito a undici dal 2017, con quattro nuove adesioni solo nel 2024. La notizia è stata resa ufficiale ieri nel corso del processo d’appello “Omnia nostra” presso la corte d’assise d’appello di Bari, riguardante 17 imputati già condannati in primo grado a pene che includono un ergastolo e complessivi 152 anni e 4 mesi di reclusione per accuse gravi, tra cui omicidi, mafia, droga, estorsioni, e riciclaggio.
A Notarangelo, assente durante l’udienza, erano stati comminati in primo grado 13 anni e 4 mesi di reclusione. Le accuse includevano il controllo violento del territorio di Mattinata e il supporto alle attività del clan in settori come il narcotraffico, le rapine, il riciclaggio, e l’aiuto alla latitanza di Danilo Pietro Della Malva nel 2018. Notarangelo era già stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Età moderna” nel 2013 e nuovamente nel 2017 per droga, per poi essere coinvolto nel blitz “Omnia nostra” del dicembre 2021, che ha portato all’arresto di 32 membri del clan Lombardi/Ricucci/La Torre e alleati del gruppo Raduano.
La Richiesta di Sconti per i Pentiti
Durante l’udienza, il procuratore generale ha chiesto la conferma delle condanne di primo grado e possibili sconti di pena per alcuni imputati, tra cui l’ex boss Marco Raduano, diventato collaboratore di giustizia il 14 marzo scorso. Per Raduano, condannato all’ergastolo per mafia e per i delitti di Giuseppe Silvestri e Omar Trotta, è stata chiesta una riduzione della pena a 20 anni. Richiesti invece 8 anni e 6 mesi per Notarangelo. La sentenza è attesa tra circa un mese.
Un Profilo di Francesco Notarangelo
Il giudizio in primo grado di Notarangelo si è basato in gran parte sulle testimonianze di altri collaboratori, in particolare i fratelli Antonio e Andrea Quitadamo, con cui era storicamente legato. Notarangelo era affiliato all’ex clan Romito e partecipava a summit e operazioni di narcotraffico, curando la gestione dei proventi illeciti e beneficiando indirettamente di assunzioni fittizie in un’azienda agricola. Inoltre, secondo il pentito Della Malva, Notarangelo era responsabile della gestione dei 5mila euro mensili versati dal clan viestano Raduano alla componente mattinatese del clan Romito.
L’Evoluzione del Fenomeno dei Pentiti
Con l’aggiunta di Notarangelo, i pentiti della criminalità organizzata del Gargano raggiungono quota 11 negli ultimi sette anni, provenienti da diverse città: sei viestani, tre mattinatesi e due manfredoniani. La lista include nomi noti come Carlo Magno, Giovanni Surano, Danilo Pietro Della Malva, i fratelli Quitadamo, Antonio La Selva, e altri. L’ultimo a collaborare, prima di Notarangelo, è stato Giuseppe Della Malva, viestano, padre di Danilo, divenuto collaboratore nell’ottobre 2024.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno – sezione Capitanata.