L’idea di costituire in Manfredonia un Museo civico sipontino è abbastanza vecchia, ed è frutto del continuo ritrovamento di reperti.
Dalle notizie in nostro possesso sappiamo che nel 1745 si rinvenne un sar-cofago con la scritta: Em.Tulliano proefect. 35° Sipnrm. Duce Ob. Ann. Sal. DXCV.
Si tratta del duce delle armi sipontine di cui si ha menzione nelle epistole di S. Gregorio Magno alla fine del VI sec. indirizzata al vescovo sipontino Vitaliano (di felice memoria). Il sarcofago venne riportato nel soccorpo della Sipontina “… per sottrarla da ultimo alle ingiurie del tempo ed alla rapacità dell’uomo fu depositata vuota come la è in questo tempio nel 1770 alla futura memoria de’ posteri se ne lascia il presente cenno- oggi anno 1840”, come è scritto sul muro imbiancato, sotto al quale fu appunto deposto ed ancora si trova il simulacro.
Va aggiunto che, nel 1808 o nel 1812, da parte di G. D. Minonno si rinvenne una iscrizione sepolcrale riguardante l’istituzione di una ragione alimentare, per gli alimenti ai fanciulli, voluta dall’imperatore Traiano, trascritta e pubblicata da A. Gervasio nel 1851: Memoria sopra un’antica iscrizione sipontina, Napoli 1851.
Il D’Aloe, a sua volta, pubblica, nel 1876, La storia di Siponto Part. I e, nel 1878, la Storia profana e sacra dell’antica Siponto, Napoli 1878 ; il tutto a seguito del rinvenimento di altra iscrizione trovata in un ambiente adibito a cisterna,
E subito il consiglio comunale con delibera, del 23 marzo 1877 si pone il problema di effettuare degli scavi sistematici a Siponto; nella stessa è riportato:
…non è guari mentre ripulivasi la cisterna di Siponto, che fiancheggia i ruderi esistenti di quell’antica città, si scorse che la volta della cisterna scendendo a forma di cono spezzavasi a circa 2 metri dal suolo, e tutt’il cono tronco della volta poggiavasi su tre grosse colonne, ed una piccola. Su queste erav’incisa un’iscrizione, dalla quale il chiarissimo archeologo sig. Stanislao d’Aloe ha desunto che quella non era una cisterna, ma bensì un tempio, e propriamente quello dedicato a Diana, che costruivasi nel centro del paese (Storia di Siponto per d’Aloe pag. Fasc. 1° 1876)./ E siccome è opinione di molti che l’antica Siponto si fosse seppellita per l’abbassamento del suolo molle su cui poggiava, e poscia la maremme e la palude la coprirono, così non è difficile che a mezzo di quella voluta cisterna i ruderi dell’antica Siponto rivedano la luce del sole, e dopoché contrastarono co’ secoli.
Ma i mezzi del Comune sono troppo scarsi né possono essere sufficienti a compiere tale impresa, è dunque necessario che lo Stato s’interessi in questa faccenda, per unire i ruderi di Siponto alle memorie antiche, per donare agli archeologi una nuova fonte di studi; per far sapere ai Manfredoniani il luogo dove i padri loro vissero.
Ed il Consiglio Comunale di Manfredonia/ Per unanime acclamazione si rivolge a S.E. il sig. Ministro della Pubblica istruzione, acciocché si degni concedere alla Città di Manfredonia un sussidio per riscoprire i ruderi di Siponto.
A seguito di tanto, e per il buon numero di iscrizioni e di reperti recuperati, nel contempo, con deliberazione del 28 ottobre 1877, si determina la costituzione di un museo comunale.
Il presidente (dice) che le diverse lapidi antiche escavate fra i ruderi di Siponto, sono state raccolte in un locale delle scuole. Propone che s’instituisca un Museo Comunale.
Ed il Consiglio Comunale Ad unanimità di voti palesi ha deliberato di accogliere la proposta, e di stanziare £ 3000 per l’escavazione di Siponto nel bilancio nel 1878, chiedendo nel contempo un sussidio alla provincia ed allo Stato.
Il sig. Presidente ha quindi proposto di ringraziare il chiarissimo professore Bellucci reverendo Ignazio Delegato provinciale della Commissione de’ monumenti d’arte per l’impegno da lui riposto nel conservare le antiche memorie di Siponto./ Invita poscia il Consiglio a nominare un Direttore onorario del Museo Comunale. Il sig. Bellucci si astiene dal votare./ Ed il Consiglio Comunale/ Ha accolto ad unanimità il voto di merito proposto pel sig. Bellucci, e per segreti partiti l’ha eletto ad unanimità direttore onorario del Museo Comunale.
L’idea di costituire un Museo civico sipontino, quindi, risale a circa 150 anni fa.
Non sappiamo che cosa si sia prodotto negli anni successivi, siamo a conoscenza per tradizione orale e per constatazione personale che i reperti archeologici furono custoditi (agli inizi del ’900) nei locali dell’attuale Seminario Diocesano, poi portati nei locali a pian terreno di palazzo S. Domenico (palazzo comunale), poi trasferiti, all’aria aperta nel castello ed infine portati presso la badia di S.Leonardo.
In questi continui traslochi si è dimenticato di trasferire pure il cippo dedicatorio all’imperatore romano Antonino Pio (forse recante anche la statua) (scoperto nel soccorpo della “Sipontina” dall’abate di Saint.Non), ancora giacente all’aria aperta presso l’androne dell’entrata nel Seminario di via S. Lorenzo.
Non riusciamo a dare una logica a tale abbandono; se si vuole, si può pur portarlo nei locali del Museo Diocesano o, ancora, deporlo sotto il porticato del palazzo di Città. Basta un po’ di buona volontà!
A cura di Pasquale Ognissanti (Archivio Storico Sipontino)