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COMMISSIONI Gli italiani sono sempre gli altri

Passano gli anni e puntualmente il governo in carica istituisce commissioni di inchiesta

AUTORE:
Lorenzo D'Apolito
PUBBLICATO IL:
15 Febbraio 2024
Manfredonia // Politica //

Passano gli anni e puntualmente il governo in carica istituisce commissioni di inchiesta al solo scopo di screditare il governo precedente, oppure fa piazza pulita della dirigenza Rai, mentre l’opposizione denuncia il bavaglio dell’informazione ed invoca la privatizzazione.

Contemporaneamente la manifestazione canora italiana più importane, cioè quella sanremese, è accusata di indebita politicizzazione, determinando polemiche sempre più aspre, ma che al contrario generano record di ascolti ogni volta più sorprendenti. In realtà esiste un carattere del genere italico che rimane costante nei secoli e che si risolve nel conflitto e nella drammatizzazione, a far data probabilmente già dallo sgretolamento dell’Impero Romano, la nascita del feudalesimo e poi dei comuni con gli annessi dissidi fra Stato e Chiesa.

Per cui i gravissimi problemi della penisola sarebbero da ascriversi puntualmente ed esclusivamente a tutti gli italiani, con la sola eccezione del denunciante indignato. In parole povere, sono sempre gli altri a parcheggiare in doppia fila, a non emettere scontrino o fattura o a non pretenderli, ad evadere quindi le tasse, ad avversare la scienza, a ricorrere alle raccomandazioni, a parteggiare per il nemico o per converso a risultare asserviti agli imperialismi esteri più o meno occulti. Ma anche ad essere benevoli con le lobby dei tassisti, farmacisti, notai, detentori di concessioni balneari o di altro tipo, o ai poteri forti, ai
finanzieri e banchieri, come pure a risultare inefficienti, fannulloni o addirittura assenteisti, favorevoli alla corruzione, al patriarcato, al lavoro nero di badanti e braccianti agricoli e si potrebbe andare avanti per ore. Ma non basta.

Tutto questo conglomerato di individui viene identificato con l’Italia nella sua interezza, o gli italiani nello specifico, deliziosamente definiti italioti. La stessa Italia che sarebbe oltremodo tollerante e per certi versi persino complice, poiché dolosamente incapace di procedere con i necessari controlli e mediante la comminazione di sanzioni esemplari, tranne gli unici casi in cui essi stessi vedessero come destinatario l’ingiustamente perseguitato denunciante, mentre la corruzione ed il malaffare imperverserebbero impunemente ovunque, ma sempre altrove.

Su quest’ultima argomentazione, ovviamente capziosa, forse sarebbe il caso di approfondire. Giustamente la stragrande maggioranza delle norme giuridiche è opportunamente provvista di sanzione per favorirne il rispetto, ma non lo sono tutte. In ogni caso chiunque pensasse che le norme vengano osservate per il timore della semplice punizione, si illude ampiamente. Non vi è il tempo di dilungarsi sul funzionamento delle norme giuridiche, eppure dovrebbe apparire chiaro a chiunque che le sanzioni medesime non sono mai esattamente retributive rispetto al comportamento vietato, e soprattutto è assolutamente impossibile colpire indistintamente tutti coloro i quali le violano.

A prescindere dal fatto che buona parte delle norme che regolano la convivenza pacifica degli individui non sono neanche di tipo giuridico ma etico o di buona educazione, e sono altrettanto importanti, anche se sfornite di punizione. In ogni caso la stragrande maggioranza di esse, comprese quelle che compongono il nostro ordinamento giuridico, vengono spontaneamente rispettate, non per la presenza di controlli e sanzioni, ma semplicemente perché i medesimi cittadini ne riconoscono la fondatezza e la ragionevolezza per il vivere civile. Ovviamente chi sbaglia, è giusto paghi, e anche duramente se necessario, ma ha valore davvero molto marginale rispetto alla situazione generale e comunque ogni storia merita rispetto, e non è né meglio né peggio di qualsiasi altra.

Se davvero l’Italia e gli italiani fossero così corrotti ed incivili come vengono comunemente descritti, non sarebbe il paese con uno dei tenori di vita più alti al mondo e lo stesso vale per l’aspettativa di vita. Ovviamente queste statistiche tengono conto delle situazioni tipiche o medie degli italiani e non manca, dunque, chi sta davvero male e soffre per le proprie condizioni di vita. Ma non sono affatto questi ultimi a protestare a squarciagola nelle piazze accusando chiunque altro, da Israele della Confindustria fino al Governo e l’Europa, perché non ne hanno affatto la forza o comunque lo considerano umiliante, come ad
esempio gli extracomunitari sfruttati nei campi.

Con questo non si vuole sostenere che i problemi sopra elencati non siano un peso per la società e non sarebbe opportuno risolverli, ma che sarebbe
sciocco proferire giudizi parziali e soprattutto partorire soluzioni semplicistiche e populiste come si direbbe oggi. Addirittura, sarebbe oltremodo ingiusto e persino oscene suddividere i cittadini stessi, tra l’altro in maniera razzistica, in buoni e cattivi, per la semplice ragione che ormai il giochino ha fatto il suo tempo.

Negli ultimi anni vi è stato chi ha accusato la politica ed i partiti delle peggiori ignominie e dopo aver raggiunto il potere, averli superati di gran lunga non appena posate le candide terga sugli scranni parlamentari. Ma non è neanche questo il punto, la verità è che i medesimi italiani, cioè praticamente tutti, i quali si macchiano in continuazione di piccole o grandi malefatte sono gli stessi capaci di enormi slanci di coraggio, lealtà e generosità, soprattutto nei momenti di
massima difficoltà.

Come esempio, basterebbe riguardare il film “La grande guerra” di quel gran genio di Monicelli in cui i protagonisti sono due gaglioffi, uno milanese  rappresentato da Gasmann e uno romano, rappresentato da Sordi, i quali delineano quasi con esattezza la nostra psicologia, che tra l’altro non è neanche poi così diversa da sud a nord. Tutto questo lo dimostra anche i milioni di italiani che praticano il volontariato e lo fanno senza enfasi e senza riconoscimento alcuno, tant’è che non hanno alcuna voce in capitolo. Chiunque, quindi, volesse dare su di loro un giudizio complessivo, non potrebbe che riconoscerne non
solo i difetti ma anche i pregi e che fanno degli italiani un popolo tutt’altro che in declino e che rappresenta anche il meglio della cultura, dell’arte e della civiltà mondiali. In fondo, lo sappiamo tutti, gli italiani siamo noi.

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