Sono molte le imprenditrici e gli imprenditori del settore agrituristico pugliese che hanno partecipato ieri, martedì 14 maggio 2024, al focus regionale sulla nuova legge regionale per lo sviluppo degli agriturismi di Puglia. La Regione Puglia ha approvato recentemente le “Modifiche alla legge regionale 13 febbraio 2013, n.42 (Disciplina dell’agriturismo) e modifica alla legge regionale 24 luglio 2012, n.19 (interventi di valorizzazione del comparto zootecnico)”.
La nuova legge regionale che disciplina il settore agrituristico pugliese si compone di 23 articoli. Dei vincoli e delle opportunità derivanti dal nuovo quadro normativo si è discusso nella sede del GAL Alto Salento, in contrada Li Cuti (via per Fasano) a Ostuni. L’iniziativa, intitolata “Agriturismi, la nuova legge regionale: opportunità o vincoli?”, è stata organizzata da CIA Agricoltori Italiani Puglia Area Due Mari e dall’associazione Turismo Verde Puglia. All’incontro, moderato da Vito Rubino (direttore CIA Area Due Mari) sono intervenuti Luigi D’Amico, Esecutivo CIA Area Due Mari; Angelo Pomes, sindaco di Ostuni; Massimo Lanzilotti, sindaco di Carovigno; Luigi Trotta, dirigente Regione Puglia; Pietro De Padova, presidente di Turismo Verde Puglia e Giannicola D’Amico, vicepresidente vicario CIA Puglia.
COGLIERE LE OPPORTUNITÀ
La nuova legge, che offre nuovi strumenti di valorizzazione e promozione del settore, è certamente una importante opportunità per gli 862 agriturismi pugliesi autorizzati che potranno ampliare il loro raggio d’azione, aumentare la redditività e sviluppare occupazione e innovazione. Complessivamente, in Italia le aziende agrituristiche sono 25mila.
Gli agriturismi pugliesi hanno totalizzato 560000 presenze nel 2023 (sesta regione in italia) e offrono una disponibilità di 15000 posti letto (quinta regione in Italia). L’azienda agrituristica preserva suolo e paesaggio dall’avanzata di cemento, da incuria e degrado che hanno già “bruciato” 2 milioni di ettari di terreno agricolo negli ultimi vent’anni. Inoltre, conserva la biodiversità e contrasta il dissesto idrogeologico che nel nostro Paese riguarda 6.633 comuni e il 9,8% della superficie nazionale. L’Italia ha più di 5.000 prodotti agroalimentari tradizionali tra le pieghe del Paese, uno su quattro a rischio estinzione. L’agriturismo è un’eccellenza italiana, una formula di viaggio green che sta contribuendo a sostenere il turismo nelle aree montane e collinari, dove si trova l’84% delle strutture, ed è una componente essenziale della multifunzionalità agricola.
È merito delle aziende agrituristiche aver recuperato e valorizzato luoghi e edifici della tradizione, paesaggi e varietà antiche, così come aver ripreso vecchie ricette contadine, piatti regionali ormai quasi sconosciuti, tutelando la biodiversità e creando capitale sociale. Complessivamente, gli agriturismi italiani hanno un potenziale di oltre 245 mila posti letto e quasi 450 mila coperti per il ristoro, oltre a 11 mila piazzole per l’agri-campeggio e a quasi 2 mila aziende attive come Fattorie didattiche e sociali. Il comparto si dimostra in continuo movimento con un moltiplicarsi di idee e attività. La metà delle strutture permette di praticare equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, trekking, mountain bike, Spa e piscina, corsi e seminari.