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Grillo-Joker: difficile spiegare il nuovo corso, anche per un attore…

AUTORE:
Maria Teresa Perrino
PUBBLICATO IL:
15 Ottobre 2019
Politica // Stato prima //

Prima di salire sul palco, Beppe Grillo si è presentato al pubblico a Napoli – che festeggiava i 10 anni di vita dei 5 Stelle – attraverso un video in cui il suo viso è quello di Joker, fortunato personaggio del film del momento. Un colpo di teatro certamente efficace, al di là del gradimento, che c’è stato in alcuni  ma non in tutti. Con gli occhi truccati e spiritati, con la voce che si soffermava su parole di cui prolungava apposta le finali come nei film di paura,  con le pause che in modo innaturale sottolineano i discorsi di chi esprime solitamente pensieri alienati,  ha esordito con un “Ciao”, reso terrificante dal contrasto fra la semplicità del saluto e la maschera che ne negava implicitamente la bonarietà, anche alla luce del sorriso crudele. E ha avuto inizio il breve monologo.

Identità e Kaos

Se  si fosse presentato con il viso reale, noi gli avremmo chiesto che piani aveva e Grillo, padre spirituale del movimento, opportunamente mascherato, dice invece di non avere piani. Lui è il Kaos. La democrazia è Kaos. La vita è Kaos.  Basta domande su chi siamo! Basta depressione a causa della identità perduta! Non è perduta, l’identità. E’ cambiata. Come è cambiata ma rimane la stessa la nave del mitico eroe Teseo, che rientra ad Atene con i pezzi del vascello modificati e sostituiti. Ma sempre di Teseo si tratta, sia pure in versione rinnovata. Il cambiamento è nelle cose, ci avverte con il viso di Joker che ha visto stravolta la propria vita.  Questo il senso della seconda parte dell’intervento, questa volta non nelle vesti di Joker. Le stesse parole hanno significato diverso in base a chi le pronuncia, afferma Grillo. Persino nelle parole non esiste identità di significato. Infatti “come si concilia il nostro sviluppo cosiddetto sostenibile con i miliardi di popolazioni asiatiche che aspirano legittimamente a vivere come noi? E’ un fatto di democrazia. Anzi, se proprio dobbiamo pensare alla eco sostenibilità – verso cui poco ci rimane da fare – dobbiamo imparare dalle politiche economiche dei cinesi!!”

“Perché io ho viaggiato, e a mie spese e capite cosa provo di fronte a questi parlamentari che guadagnano 6.000 euro al mese? Maledetti!!” “Noi siamo nati dalla CO2 e l’ossigeno era un veleno. Poi siamo cambiati e ci siamo adattati!” Dunque il cambiamento. Ma soprattutto l’adattamento ad una situazione nuova, non prevista 10 anni fa, quando i grillini venivano espulsi dal movimento se solo osavano presentarsi e contaminarsi con gli impuri degli altri partiti nei talk show politici. Ora invece il mantra  “vaffa” ritorna uguale  ma è rivolto “a voi che vi lamentate: PD … PD !!” Non ai partiti, che non sono più sentiti come avversari. Ora è rivolto ai propri elettori. E giù esempi sulla necessità di rivedere le cose, parlando dell’ecologia e dell’impossibilità di una reale politica di attenzione al pianeta; sottolineando  lo sviluppo dell’Occidente e di contro  l’impossibilità di impedire ai paesi in via di sviluppo di raggiungere il benessere che esiste in Occidente. L’identità e l’elogio del cambiamento e soprattutto della stupidità di rimanere uguali a se stessi: questo il tema di fondo. Tutto.  E il contrario di tutto. Con una buona dose di ambiguità del significato di fronte a frasi come: “Il mondo sta cambiando e noi siamo ancora qui a gridare: onestà, onestà!!”Si sta riferendo al passato e alla caratteristica prima del movimento o al presente, che potrebbe mantenere o non mantenere ancora questa esigenza distintiva dell’onestà? Non lo sapremo mai. Questo è stata la cifra del suo intervento, come clown e come persona reale: convincere gli elettori pentastellati che le cose sono cambiate, usando termini che rimandano al passato, rimescolati in nuove formule, la cui ambiguità non riesce a scomparire, nonostante l’impegno emotivo con cui Grillo si spende sul palco e una certa veridicità che desidera inserire nelle argomentazioni.

La base protagonista

E’ la risposta alla rivolta di una parte della base, resa da sempre protagonista con la piattaforma on line e al momento ingestibile nella sua totalità, quindi sostanzialmente da rabbonire. Il passato viene confrontato con  il presente, che non deve contenere nessuna nostalgia. Bisogna avere una anche oggi una visione ma senza che sappiamo in che modo quella del passato grillino ha cessato di essere una visione. Ogni tanto è volutamente inserita una battuta – sulle adenoidi di Conte e sull’improbabile inglese di Di Maio – quasi a dimostrare che la grinta, scherzosa e crudele,  almeno quella, nel leader è rimasta la stessa. E se la  virulenza verbale non è cambiata e il guru si esprime allo stesso modo, il risultato logico dovrebbe essere che possiamo fidarci ancora di lui.

Anche perché Grillo-Joker ora crede nel Kaos, quello stesso Kaos che il Darwin diciottenne, il quale  ha saputo riconoscere e inserire in un sistema razionale. Da qui il passo a elogiare la proposta di voto ai sedicenni è breve. Non importa chi fa la proposta, anche gli ex partiti impuri  possono avere buone idee. Un “vaffa” finale su chi non comprende la bontà della proposta di voto ai sedicenni chiude l’intervento del Padre del Movimento, un intervento che appare richiesto, come spesso accade nella vita, da figli in difficoltà. I quali,  di fronte al difficile cammino di trovare una propria strada nei confronti della generazione precedente,  avvertono la necessità di un ritorno forte  ad una autorità di garanzia del loro operato. Non c’è stata nessuna allusione all’accordo per il bene dell’Italia, se non nella difesa ad oltranza del reddito di cittadinanza, che ci spetta di diritto come esseri viventi. Dopo, solo dopo, scegliamo il lavoro. Prima viene il diritto alla vita. Un discorso costruito ad arte, quello di Beppe Grillo. Dove si sottolineano tutti gli aspetti interessanti del concetto di cambiamento, ma di cui si tacciono le naturali perplessità che agitano la base proprio di fronte a questo cambiamento di rotta. Come si può denunciare il vecchio modo di fare politica di esponenti del PD e poi allearsi con loro nel governo e nelle future elezioni? Ma, soprattutto, come si fa a far digerire a persone che per 10 lunghissimi anni di vita del Movimento hanno faticato a farsi accettare e a farsi comprendere dal resto della popolazione l’idea che il cambiamento possa avvenire addirittura nel giro di una settimana?

Proporre nuove ricette

L’intuizione contiene in sé l’idea della immediatezza, un cambiamento può anche non prevedere tempi lunghi ma qui, accanto all’intuizione, si avverte e molto anche l’antitesi del pensiero. La strategia e il kaos del cambiamento, ora avvertito salutare e salvifico, prevedono una alleanza gestita in pochi giorni proprio con le persone contro cui il movimento è nato. L’antitesi è tutta lì. Difficilissimo quindi il discorso di investitura del nuovo corso politico, anche per un attore navigato come lui. E torniamo alla maschera di Joker. Grillo  era ed è un attore, sia pure prestato alla politica da tempo, per cui è naturale per lui continuare ad usare tutti i trucchi di comunicazione che conosce per mestiere. Ma stavolta la maschera dice forse qualcosa di più sul personaggio e sulla persona Grillo. Quasi una maschera con cui, senza volerlo, egli getta la maschera. Quella della persona affidabile, che un nucleo di seguaci doveva seguire come una fede, senza troppe domande sugli scopi del movimento e sulle piattaforme digitali. E la base lo ha seguito con questo atteggiamento fideistico in tutti questi anni.

Era impossibile far digerire grillini una nuova ricetta usando il faccione ridanciano di sempre. E allora ecco che viene in soccorso al guru in difficoltà il  personaggio del film del momento,  che apoditticamente ci dice che la realtà non è quella che ci appare e che dobbiamo prepararci all’imprevedibile. In realtà, più che prepararci, questo duplice intervento di Grillo  a maschere alterne è stata la difesa dell’impensabile nei confronti degli  elettori renitenti. E più che una possibilità del futuro, è il suggello di ciò che  è già realtà. Da cui appare impossibile ogni tentativo di ritorno al passato.

https://youtu.be/rE_8yv25blo

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“Il vero spirito di rivolta consiste nell'esigere la felicità qui, in questa vita.” (Henrik Johan Ibsen)

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