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METROPOLIS Sanità privata Puglia: revocati gli accreditamenti al Consorzio Metropolis per “gravi irregolarità” (FOCUS)

L’indagine è scaturita da una serie di accertamenti interni e verifiche sul personale dichiarato

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
16 Ottobre 2024
Manfredonia // Politica //

Il caso del Consorzio Metropolis, al centro di un’indagine approfondita da parte della Regione Puglia, rappresenta un esempio emblematico di come le istituzioni locali possano agire per garantire la trasparenza e il rispetto delle normative nel settore della sanità e dei servizi socio-sanitari. La nota emessa dalla Sezione Strategie e Governo dell’Offerta della Regione, datata ottobre 2024, riguarda la revoca delle autorizzazioni all’esercizio e degli accreditamenti istituzionali di alcune strutture gestite dal Consorzio Metropolis, operante a Molfetta (BA).

Le problematiche emerse
L’indagine è scaturita da una serie di accertamenti interni e verifiche sul personale dichiarato e sui requisiti organizzativi delle strutture. Dalle verifiche è emerso un significativo disallineamento tra le dichiarazioni auto-certificate dal Consorzio e la realtà operativa, soprattutto per quanto riguarda l’orario di lavoro settimanale del personale impiegato, che in molti casi supera i limiti consentiti dalla normativa.

Un esempio citato nella nota riguarda il Dott. Michele Sicolo, che risulta impiegato in ben otto strutture differenti con un totale di 87 ore settimanali, una quantità che supera ampiamente il massimo previsto. Questa situazione si ripete anche per altre figure professionali e copre diverse tipologie di strutture, incluse comunità alloggio e centri diurni psichiatrici, tutte gestite dal Consorzio Metropolis. La Regione ha rilevato violazioni gravi e reiterate non solo in termini di ore lavorative, ma anche rispetto alla qualifica del personale, la sua specifica formazione e la tipologia di contratto applicata.

Violazioni normative e possibili sanzioni
Le irregolarità riscontrate si configurano come violazioni dei requisiti minimi e specifici previsti dalle leggi regionali e dai regolamenti vigenti. In particolare, la Regione Puglia fa riferimento alla legge regionale n. 9 del 2017, che disciplina le autorizzazioni e gli accreditamenti per le strutture sanitarie e socio-sanitarie. Tra le violazioni più gravi segnalate, vi sono quelle relative all’orario di lavoro settimanale, che per alcune unità di personale è risultato superiore alle 100 ore, rendendo di fatto inesigibili le prestazioni dichiarate dal Consorzio.

Inoltre, le strutture interessate dall’indagine presentano carenze organizzative anche in merito all’applicazione del contratto collettivo nazionale (CCNL) del settore privato sanitario, obbligatorio per garantire standard qualitativi nella gestione della salute mentale. Al contrario, in molte di queste strutture risulta applicato un CCNL differente (ARIS), non conforme alle prescrizioni della normativa regionale.

Alla luce delle violazioni riscontrate, la Regione ha comunicato l’avvio del procedimento di revoca delle autorizzazioni all’esercizio e degli accreditamenti istituzionali. Questo potrebbe portare alla chiusura delle strutture coinvolte e al ricollocamento dei pazienti presso altre strutture analoghe. Un’altra conseguenza riguarda il recupero delle somme indebitamente versate dalle ASL per prestazioni sanitarie e socio-sanitarie mai eseguite o svolte con standard di personale inferiori a quelli previsti.

Le criticità nell’organizzazione del lavoro
Le verifiche condotte dalla Regione hanno anche evidenziato altre criticità, tra cui la sovrabbondanza oraria settimanale di alcune figure apicali, come i direttori sanitari, e la presenza di unità di personale impiegate contemporaneamente in strutture molto distanti tra loro, rendendo impossibile il rispetto delle ore lavorative dichiarate.

Un ulteriore punto critico riguarda il rispetto degli standard di erogazione dei servizi, che risulterebbe compromesso dalla mancanza di personale qualificato in alcune strutture. La Regione ha sottolineato come tali carenze possano avere un impatto diretto sulla qualità del servizio e, di conseguenza, sulla sicurezza dei pazienti assistiti.

Il ruolo delle autocertificazioni
Il Consorzio Metropolis aveva presentato autocertificazioni riguardanti il numero di personale impiegato, le qualifiche e l’orario di lavoro. Tuttavia, la Regione ha evidenziato che molte di queste dichiarazioni risultano mendaci, in violazione del DPR 445/2000. Questa normativa stabilisce che le dichiarazioni false o incomplete comportano la decadenza dai benefici ottenuti sulla base delle stesse. Nel caso specifico, la Regione ha rilevato che le false dichiarazioni presentate dal Consorzio hanno consentito a quest’ultimo di ottenere autorizzazioni e finanziamenti pubblici non dovuti.

Le conseguenze per il Consorzio Metropolis
Le conseguenze di tali violazioni potrebbero essere particolarmente pesanti per il Consorzio Metropolis. Oltre alla revoca delle autorizzazioni e degli accreditamenti, il Consorzio potrebbe essere soggetto a sanzioni amministrative e al recupero delle somme indebitamente percepite. La Regione ha anche ipotizzato la possibilità di avviare procedimenti legali per responsabilità civile e penale.

1 commenti su "Sanità privata Puglia: revocati gli accreditamenti al Consorzio Metropolis per “gravi irregolarità” (FOCUS)"

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