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ORECCHIETTE Bari, sciopero orecchiette: “Le nostre sono vere, non industriali”

ALcuni servizi giornalistici hanno parlato anche di scarse condizioni igieniche

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
16 Novembre 2024
Cronaca // L'inchiesta //

BARI – Oggi e domani le pastaie di Bari vecchia, che ogni giorno espongono e vendono in strada le orecchiette fatte in casa, sono in sciopero: si tratta di una forma di protesta contro i sospetti che la tipica pasta barese non sia davvero fresca ma comprata e spacciata ai turisti come fatta a mano.

A sollevare i dubbi, oltre ad alcuni food influencer sui social, sono stati alcuni servizi giornalistici, che hanno parlato anche di scarse condizioni igieniche nella conservazione dei cibi in ristoranti improvvisati in case private, scatenato qualche reazione violenta delle signore e dei loro parenti.

Interpellato dall’ANSA, Angelo Caputo, marito di Nunzia, la capostipite delle pastaie che sono state anche coinvolte in spot di Dolce&Gabbana, spiega: “E’ una protesta perché tutti ci stanno dando addosso, ora basta.

Perché noi facciamo le orecchiette vere, fatte da noi. Quelle degli altri non sono industriali, sono secche per consentire ai turisti di portarle in viaggio con loro fino a casa. Non è vero che vendiamo le orecchiette industriali, sono tutte fesserie, hanno messo questa voce in giro”.

La protesta, prosegue, “è anche nei confronti del Comune di Bari che ci deve mettere in regola: noi vogliamo pagare le tasse e fare tutto il necessario ma loro ci devono mettere nelle condizioni di lavorare”.

Lo sciopero, assicura, “proseguirà per un altro giorno, non di più: ci dispiace per i turisti che sono venuti a chiedere dove sono le orecchiette e come mai non ci fossero le signore a produrle come sempre, e noi abbiamo spiegato tutto”.

A Bari vecchia ci sono tante famiglie che lavorano con le orecchiette, solo nella strada in cui c’è Nunzia, il cosiddetto Arco basso, sono dieci.


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Sciopero delle Massaie Pugliesi e il caso Home Restaurant: un uso controverso della TV di Stato

Il settore degli Home Restaurant è nuovamente al centro di una polemica che coinvolge non solo il mondo della ristorazione, ma anche il servizio pubblico radiotelevisivo italiano. La questione, sollevata da un servizio di Mi Manda Rai Tre, ha acceso un dibattito che mescola interessi di categoria, diritti di replica e l’uso discutibile della televisione pubblica.

Il contesto dello sciopero delle Massaie e il servizio Rai da Fake News.

Il 16 novembre 2024, un gruppo di massaie pugliesi ha inscenato, giustamente, uno sciopero in diretta, affermando di essere state impropriamente incluse nel polverone mediatico sul settore degli Home Restaurant. Le massaie, che si identificano come operatrici del regime IAD (Imprese Alimentari Domestiche), hanno preso le distanze dall’accostamento con il fenomeno degli Home Restaurant, denunciando confusione creata dal programma.

Il servizio di Mi Manda Rai Tre, del conduttore Federico Ruffo vede coinvolto Antonella Spinella Autrice Rai e Simone Di Meo giornalista Rai, ha attirato critiche per la presunta mancanza di obiettività, inganno e censura contro la Home Restaurant Hotel Srl piattaforma leader nel settore Home Restaurant avendoli anche contatti dal 15 ottobre ed acquisendo documenti. Il CEO della piattaforma Home Restaurant Hotel Srl, Gaetano Campolo, ha accusato il programma di aver omesso documenti fondamentali e di aver costruito una narrativa finalizzata a screditare il settore. Campolo ha ricordato come la piattaforma gestisca oltre 1300 Home Restaurant in tutta Italia, tutti debitamente comunicati alle autorità competenti.

L’Antitrust e la legittimità degli Home Restaurant

Un punto cardine della difesa di Home Restaurant Hotel Srl è il bollettino dell’Antitrust del 2017, che chiarisce la distinzione tra Home Restaurant e ristorazione tradizionale. L’Antitrust ha stabilito che gli Home Restaurant operano in un contesto normativo diverso e non devono sottostare alle stesse regole dei ristoranti. Questa posizione, tuttavia, è stata ignorata nel servizio Rai, che ha preferito affidarsi a testimonianze di dubbia rilevanza, come quella del giornalista Rusconi, ipotetico titolare di un Home Restaurant illegale risalente a dieci anni fa e della lobby Fipe che da anni bombarda il settore Home Restaurant con notizie false.

L’accostamento alle massaie di Bari Vecchia

Particolarmente controverso è l’accostamento tra gli Home Restaurant e le massaie pugliesi che producono orecchiette e altri alimenti tipici sotto il regime IAD. Queste ultime operano con un codice Ateco specifico e in un ambito regolamentato distinto. La piattaforma Home Restaurant Hotel Srl ha sottolineato che tale paragone è fuorviante e rischia di compromettere la legittimità del settore degli Home Restaurant, che si basa su normative chiare e precise.

Un uso discutibile della TV di Stato

La vicenda ha portato alla luce interrogativi sul ruolo della televisione pubblica. L’accusa mossa contro il programma Mi Manda Rai Tre riguarda l’assenza di un giusto contraddittorio e l’intento di avvantaggiare lobby come la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi). Campolo ha evidenziato come il programma abbia omesso di menzionare il parere del Ministero dell’Interno del 2019, fondamentale per comprendere il quadro normativo degli Home Restaurant. Il bollettino Antitrust del 2017 e la ddl home restaurant 26/47.

A peggiorare la situazione, emerge che i giornalisti coinvolti nel servizio non avrebbero contratti regolari con la Rai, sollevando dubbi sull’organizzazione interna del programma e sulla coerenza delle accuse mosse.

Le Implicazioni per il settore Home Restaurant

L’attacco mediatico rischia di danneggiare un settore che negli ultimi anni ha mostrato una crescita significativa, offrendo opportunità economiche e culturali in linea con le esigenze di sostenibilità e valorizzazione delle tradizioni locali. Campolo ha denunciato il mancato diritto di replica da parte della stampa, fatta eccezione per il Corriere della Sera, unico quotidiano a concedere spazio alla difesa del settore.

Conclusioni

La vicenda del servizio Rai su Mi Manda Rai Tre rappresenta un esempio di come un uso inappropriato della televisione di Stato possa influenzare negativamente settori economici emergenti e regolamentati come quello degli Home Restaurant. La mancata imparzialità, l’assenza di contraddittorio e la confusione creata tra categorie distinte come gli Home Restaurant e le IAD dimostrano la necessità di un’informazione più rigorosa e responsabile.

Il caso non si esaurisce con lo sciopero delle massaie pugliesi, ma apre una riflessione più ampia sul ruolo della Rai e sul rispetto dei diritti di replica, fondamentali in una democrazia.
Cordiali saluti,
Ufficio Legale – Home Restaurant Hotel Srl

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