Un 56enne agli arresti domiciliari a Lettere, in provincia di Napoli, ha pensato bene di documentare le sue evasioni pubblicando video su TikTok. Tra le clip incriminate, una lo ritrae mentre corre e saluta la telecamera, un’altra mostra una strada raggiunta illegalmente, accompagnata dalla colonna sonora di Eugenio Bennato con il ritornello “Arrivano le guardie” – che, puntualmente, sono arrivate.
Il protagonista, ignaro di avere i carabinieri tra i suoi follower, è stato incastrato grazie a un’attenta analisi dei contenuti social e delle telecamere di sorveglianza attorno alla sua abitazione. Le forze dell’ordine hanno documentato almeno sei evasioni, portando l’uomo dal regime domiciliare direttamente in carcere.
Social e reati: episodi sempre più frequenti
Non è la prima volta che i social tradiscono chi si crede al sicuro dietro uno schermo. Sempre a Lettere, due 19enni incensurati avevano postato su TikTok un video in cui lanciavano rifiuti da uno scooter, attirando l’attenzione dei carabinieri e finendo multati. Ad Ischia, un ventenne aveva pubblicato un video in cui insultava le forze dell’ordine: individuato grazie al suo profilo personale, è stato denunciato per diffamazione a mezzo web.
Il caso Matacena e altri episodi clamorosi
Tra i casi più eclatanti, spicca quello di Vincenzo Matacena, 39enne del rione Traiano, ricercato dal 2021 e catturato in Spagna, a Valencia. Le indagini, inizialmente concentrate nel suo quartiere, hanno preso una svolta grazie ai social. Un post su Instagram di un familiare lasciava intendere che Matacena si trovasse in Spagna, mentre un video di “unboxing” pubblicato da una conoscente ha rivelato l’indirizzo del pacco, consentendo ai carabinieri di rintracciarlo.
Altri episodi includono feste abusive, maltrattamenti di animali e persino la violazione degli arresti domiciliari. A Pozzuoli, due detenuti avevano chiesto di partecipare alla comunione dei figli, ma, dopo il rifiuto, si erano recati comunque in chiesa e al ristorante, fingendo problemi di salute. Tutto è stato documentato sui social, portando entrambi in carcere.
Social network: uno strumento per il crimine o contro di esso?
Questi episodi dimostrano come i social, spesso utilizzati con leggerezza o vanità, possano trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Se da un lato facilitano l’esposizione personale, dall’altro rappresentano una risorsa preziosa per le forze dell’ordine, che li sfruttano per raccogliere prove e smascherare comportamenti illeciti.
Lo riporta Ansa.it