LA STORIA – Michele Panella è il cittadino 48enne di Rodi Garganico in lotta dunque da quasi 100 giorni contro l’amministrazione locale, che Panella circoscrive in sindaco (Carmine D’Anelli) e vice amministratore, colpevoli, a suo dire, di averlo “estromesso dalla sua precedente posizione di lavoratore della Gestor Tributi”, unico dipendente della ditta di Rodi “da oltre 20 anni”. Panella dovrà cedere presto il suo posto, per l’ex Gestor, ad un giovane del luogo, per Michele ’senza alcuna esperienza’. Panella era retribuito con una paga di 1180 euro mensili (compreso l’assegno familiare); questo grazie ad un ccnl part-time a 31 ore settimanali. La ditta alla quale era legata Panella sosteneva l’uomo con una spesa di 23mila euro annui (compreso contributi, tredicesime ed altro). Già da mesi erano iniziate a circolare voci “sulle difficoltà” della società di Rodi Garganico dedita alla riscossione dei Tributi per il Comune (difficoltà pari a quelle delle altre sedi italiane; difficoltà poi manifestatesi nella cosiddetta ‘bolla dei Tributi’ scoppiata a fine novembre – vedi in seguito); ripercorrendo la vicenda di Panella: come adesso stabilito dall’amministrazione di Foggia, il Comune di Rodi Garganico avrebbe stipulato un capitolato d’appalto, ad inizio 2009, con la ditta Aipa Spa di Milano, con l’onere per lo stesso ente vincitore della gara, come scrive Panella, “di un versamento di 58mila euro al Comune su una riscossione totale di 100mila annui”. Panella ha aggiunto: “nel cambio dell’ente dedito alla riscossione dei tributi per l’amministrazione di Rodi – dice Panella – il Comune non ha inserito, nel documento (bando di gara) stante l’affidamento del servizio all’Aipa, la clausola che obbliga la ditta che subentra al vecchio gestore a mantenere in organico gli stessi (o stesso) dipendente occupato prima del cambio della gestione (Panella a riguardo ha allegato un documento di un’altra amministrazione della Puglia, Locorotondo, con caso relativo ndR). “Ricordo che c’era un’altra azienda, l’Eurogest di Casarano, che con il 28% di aggio mi aveva assicurato il mio stipendio che ho conservato per oltre 20 anni, ma hanno preferito assegnare la gara all’Aipa con il 21% perché l’offerta era più conveniente. E’ stato fatto tutto all’oscuro – dice Panella – senza che nemmeno mi abbiano informato di una possibile decurtazione nello stipendio”.
GIUDICE DEL LAVORO DE SIMONE: “IMMEDIATA REINTEGRA” – “COSI’ l’irreparibilità del pregiudizio va valutata non con esclusivo riferimento al diritto ma, anche e prima, in considerazione della persona titolare del diritto stesso, per il tramite della funzione che il diritto istituzionalmente o in concreto nel caso del singolo è destinato ad assolvere. Ritiene il giudicante che nel caso di specie l’evolversi del normale giudizio potrebbe recare grave nocumento al ricorrente, anche in virtù del momento di difficoltà del mercato del lavoro. Alla stregua delle considerazioni esposte l’istanza ex art 700 cpc deve essere accolta e, tenuto conto che la tutela cautelare ha la funzione di assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione di merito, dagli accertamenti istruttori verosimilmente necessari nella fase di merito, della prevedibile durata del giudizio, va disposta l’immediata reintegra del lavoratore (con spese a carico del resistente, fissate in 1500 euro ndR) (..)”. Il dottor Mario De Simone, quale giudice di lavoro, avrebbe ordinato pertanto alla Tributi Italia Spa “l’immediata reintegra nel posto di lavoro di Panella Michele presso una sede della Provincia di Foggia.” Nonostante il reintegro, sul futuro del lavoratore di Rodi Garganico, Michele Panella, come su quello degli altri occupati dell’ente di Saggese sono ancora “improponibili”, allo stato attuale, delle certezze occupazionali future. Lo stesso dicasi per l’avvenire della società dedita alla riscossione dei tributi in Italia, società sospesa, ma non ancora cancellata, dall’albo dei riscossori italiani e con debiti nei confronti di circa 400 amministrazioni.
L’ACCORDO DEL 9 MARZO: CIG IN DEROGA PER 605 LAVORATORI – Lo scorso 9 marzo, con un accordo di cassa integrazione straordinaria in deroga per 605 lavoratori, si chiuse la procedura di riduzione del personale, procedura aperta dalla stessa azienda romana. Il 9 marzo venne infatti sottoscritto, presso il Ministero del Lavoro, un accordo tra le Organizzazioni Sindacali e la Tributi Italia SpA per un intervento di cassa integrazione in deroga per i lavoratori attualmente in forza presso l’azienda. L’intesa, con la quale si chiude la procedura di licenziamento collettivo aperta dall’azienda nel febbraio scorso, stabilì la sospensione dal 15 marzo per 12 mesi dell’attività lavorativa a zero ore, riguardando un numero massimo di 605 dipendenti, occupati presso le diverse sedi e agenzie di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto. Per un numero massimo di dieci lavoratori, individuato sulla base del criterio della volontarietà, venne invece prevista la permanenza in servizio per il disbrigo dell’attività corrente. “L’azienda (fonte: www.filcam.cgil) si era inoltre impegnata ad agevolare in ogni modo l’eventuale ricollocazione dei lavoratori presso nuovi soggetti affidatari dei servizi attualmente gestiti per conto dei comuni o di altri enti locali (es. Aipa) e, riconoscendo la sussistenza del debito consistente nelle mensilità ad oggi non corrisposte, a compiere ogni possibile sforzo volto a limitare la situazione debitoria nei confronti dei lavoratori “. Lo stesso accordo impegna infine le parti ad incontrarsi entro il mese di settembre 2010 al fine di valutare l’andamento della situazione aziendale e di effettuare una verifica rispetto all’intervento di cassa integrazione. il verbale fu sottoscritto “per l’esame della situazione occupazionale della Tributi Italia Spa, nell’ambito della fase amministrativa della procedura di mobilità di cui alla legge 223/91, anche ai fini dell’accesso agli ammortizzatori sociali in deroga”. Nell’accordo fu anche scritto che “in relazione alle retribuzioni non corrisposte, la Tributi, nel riconoscere la sussistenza del debito relativamente alle intere retribuzioni di novembre 2009, di dicembre 2009, di gennaio 2010, di febbraio 2010, al 30% della retribuzione di ottobre 2009, oltre ai relativi ratei delle mensilità aggiuntive, si impegna a compiere ogni possibile sforzo nel tentativo di limitare l’attuale situazione debitoria nei confronti de propri lavoratori; inoltre, in base alle attuali previsioni di incasso, l’aziende prevede di saldare entro il 15 p.v. la residua somma non ancora erogata relativamente alle spettanze di ottobre del 2009 (..) le regioni Puglia e Liguria accetano per quota parte la contribuzione di sostegno al reddito per lavoratori nella loro Regione nella misura del 30% del complessivo trattamento”
L’AZIENDA SOSPESA TRA CANCELLAZIONE E CONCORDATO PREVENTIVO – Definito il percorso di chiusura della procedura di mobilità con la garanzia di una forma di sostegno al reddito per centinaia di lavoratori che non percepivano retribuzione da svariati mesi, la priorità è ora costituita dalla prosecuzione del confronto sul futuro occupazionale dei dipendenti Tributi Italia, con le due scadenze ravvicinate rappresentate dal pronunciamento del giudice fallimentare rispetto all’ammissione al concordato preventivo (fissato per il prossimo 6 aprile 2010) e del Consiglio di Stato (11 maggio del 2010) che dovrà esprimersi sulla cancellazione della società romana dall’albo dei riscossori italiani. Confronto rispetto al quale risultano imprescindibili un coinvolgimento ed un’assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni locali e dello stesso Ministero delle Finanze che, alle reiterate richieste di incontro da parte delle Organizzazioni Sindacali per affrontare la questione, ad oggi non ha fornito alcun riscontro.
A MOLFETTA PAGA IL COMUNE – L’amministrazione comunale di Molfetta, guidata dal sindaco Antonio Azzollini (intanto – fonte Gazzetta del Mezzogiorno – un’indagine vedrebbe coinvolti sindaco e diversi amministratori di Molfetta, indagine avviata dalla procura di Trani per un presunto caso di abusivismo nella realizzazione del nuovo porto commerciale della città. Sono 41 le persone, tra le quali buona parte della giunta comunale e il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, oltre a funzionari e progettisti dell’ente locale e tecnici del ministero dell’ambiente, che sarebbero coinvolte nell’inchiesta coordinata dal pm Antonio Savasta ndR) ha liquidato il 22 marzo gli stipendi arretrati che spettavano ai cinque dipendenti impiegati nell’agenzia molfettese di Tributi Italia Spa. In accordo con i dirigenti della stessa concessionaria che gestisce l’accertamento e la riscossione di alcune imposte locali, si è posto fine così a una situazione di disagio economico che riguardava le cinque famiglie coinvolte e che perdurava già da novembre scorso a causa dello stato di crisi in cui versa la società. “Il Comune di Molfetta aveva già direttamente provveduto a liquidare le mensilità di settembre e ottobre 2009 quando la vicenda era ancora estranea al clamore mediatico”, ricorda l’assessore al Bilancio, Giulio La Grasta, aggiungendo che «adesso con questo nuovo provvedimento liquidiamo, direttamente ai cinque dipendenti, le retribuzioni nette relative alle mensilità di novembre e dicembre 2009 (compresa la tredicesima) e gennaio 2010″. La somma erogata (complessivamente quasi 24 mila euro) costituisce parte dell’aggio che il Comune ha riconosciuto alla concessionaria per le attività svolte, pertanto sarà portato in compensazione al momento di calcolare quanto ancora dovuto alla concessionaria stessa.
A BENEVENTO IL REINTEGRO DEI LAVORATORI – E’ stato sottoscritto a Palazzo Mosti il verbale di intesa tra il Comune di Benevento, le organizzazioni sindacali ed il Raggruppamento Temporaneo d’Impresa Equitalia polis spa per l’assunzione a tempo indeterminato di tutti gli 8 lavoratori, ex dipendenti di Gestor/Tributitalia, con il mantenimento pieno della retribuzione e dell’anzianità contributiva. A renderlo noto l’ufficio stampa del Comune.
Vertenza Tributi, verso il reintegro di Panella: discussioni su legge Marzano, l’emendamento di Vico (Pd)
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