Firmato da Flora Manco, Roberto Lombardi e Pino Zingaro
Il recente scioglimento del Consiglio comunale di San Ferdinando di Puglia ha sollevato accese reazioni da parte degli esponenti della maggioranza, in particolare Flora Manco, ex presidente del Consiglio comunale, Roberto Lombardi, ex assessore all’Ambiente e alla Sicurezza, e Pino Zingaro, ex assessore alle Manutenzioni e al Verde pubblico. In una nota congiunta, i tre esponenti condannano con fermezza l’azione di scioglimento, definendo il gesto come un “tradimento” nei confronti della città e del sindaco Arianna Camporeale.
Al centro della vicenda vi sono le dimissioni di tre consiglieri di maggioranza, Fabio Capacchione, Cinzia Petrignano e Grazia Caprioli, che hanno firmato lo scioglimento dell’amministrazione comunale. Secondo quanto riportato, questa decisione ha comportato l’interruzione anticipata del mandato e ha lasciato la città senza una guida politica stabile per i mesi a venire.
La critica alla firma dal notaio
La nota degli ex membri della maggioranza si scaglia contro le giustificazioni fornite dai tre consiglieri dimissionari, che, a detta di Manco, Lombardi e Zingaro, sarebbero poco chiare e contraddittorie. In particolare, si fa riferimento a motivazioni che spaziano dalla mancanza di fiducia nei confronti della giunta, alla disorganizzazione di eventi sotto la responsabilità degli stessi consiglieri dimissionari, per arrivare a una terza firma da parte di un consigliere già coinvolto in precedenti episodi simili.
“Un gesto frettoloso e irresponsabile”, si legge nella nota, in cui si evidenzia come, durante l’ultima riunione di maggioranza, non fosse mai emersa l’ipotesi di un possibile scioglimento. Gli ex assessori sottolineano che la dialettica interna alla maggioranza era vivace ma normale, e che le divergenze, pur presenti, avrebbero dovuto portare a una sintesi costruttiva, non certo alla fine anticipata dell’amministrazione.
Le accuse ai consiglieri dimissionari
Manco, Lombardi e Zingaro non si limitano a condannare il gesto, ma lanciano accuse dirette ai consiglieri dimissionari, indicando come proprio nei settori di loro competenza si siano registrati ritardi e inefficienze. Tra questi, si menzionano la gestione della fiera, l’assistenza specialistica e la mensa scolastica, settori che, secondo gli ex amministratori, hanno subito le maggiori problematiche sotto la guida dei dissidenti.
La nota prosegue evidenziando come il momento per valutare il lavoro svolto dall’amministrazione sarebbe dovuto arrivare alla fine naturale del mandato, lasciando ai cittadini la possibilità di esprimersi democraticamente. La scelta di firmare per lo scioglimento, invece, è stata definita come un atto di arroganza e incoerenza, che ha tradito il mandato conferito dagli elettori.
Conclusione amara per San Ferdinando
Secondo Manco, Lombardi e Zingaro, il gesto dei tre consiglieri ha condannato San Ferdinando a una situazione di instabilità politica che avrebbe potuto essere evitata. La città, sottolineano, dovrà ora affrontare i prossimi mesi senza una guida politica, in attesa di nuove elezioni.
“Questa firma dal notaio – si conclude la nota – è l’arrogante epilogo di incoerenti e sleali eletti che non hanno saputo rappresentare la volontà dei cittadini, infliggendo una condanna alla nostra comunità che la città non dimenticherà.”