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In ricordo di Michele Barbone, paroliere e poeta di Manfredonia

AUTORE:
Franco Rinaldi
PUBBLICATO IL:
18 Marzo 2021
Manfredonia // Storie e Volti //

Michele Barbone in arte “Linuccelli” nacque a Manfredonia il 13 marzo 1922. Iniziò a comporre versi e canzoni, come lo stesso mi confessava anni fa, sin da quando in giovane età frequentava a mala voglia la scuola di avviamento professionale.

Nel 1956, in occasione della 3^ edizione del Carnevale Dauno, si pose all’attenzione dei sipontini, scrivendo due motivi di grande poesia e musicalità, intitolati: “Carnevèle uaste e aggioste” (in vernacolo, di cui fu anche autore della musica) e “Dimmi chi sei” (testo musicato dal violinista Raffaele Occhionero). Queste due canzoni, insieme ad altri motivi scritti e musicati da autori locali, furono nello stesso anno, incisi su un piccolo registratore Geloso dal bravo cantante Lino Trigiani con la collaborazione di talentuosi musicisti sipontini. L’incisione, fu poi divulgata in piazza attraverso altoparlanti durante i giorni di carnevale, ubicati per Corso Manfredi.

Nel 1957, Barbone emigrò, come tanti manfredoniani, a Milano per lavoro. Nella metropoli lombarda, per più di trent’anni, esercitò l’attività di commerciante ambulante. Nello stesso anno, per tutelare le sue canzoni, fece l’iscrizione alla SIAE (Società Italiana Autori Editori) in qualità di paroliere e melodista.

Nel 1958, scrisse “Serenatella Romana”, canzone musicata da Raffaele Occhionero e, portata alla ribalta nazionale dalla famosa cantante di musica leggera Franca Raimondi (già vincitrice del Festival di Sanremo nel 1956) al “V° Festival della Canzone di Roma”.Negli anni successivi fu autore di nuove canzoni in dialetto manfredoniano e in lingua, delle quali vale la pena ricordare: “Serenata sotto stelle”, “Valzerone”, “Mia Rondinella”, “La Pillola”, “La morsa fiscale”, “Li cose de la notte” ed altre, incisi su dischi e musicassette da cantanti di origine pugliese. Sempre in qualità di paroliere e melodista tenne collaborazioni artistiche con noti maestri della musica leggera italiana, quali: Filippo Bellobuono in arte “Filibello” e Ciardo Olivares. Fu autore altresì, di motivi poi incisi dal grande chitarrista di Manfredonia, Pino Guerra. Per quanto concerne la sua attività di poeta, Barbone nel 1982 e nel 1985 pubblicò: “Tuccille u stopede” e “A carecchje e u canalicchje”. Nel 1986 diede alle stampe “U Spavindapassere” (Edizioni –Il Sipontiere), libretto di liriche in vernacolo, recensito dal rag. Matteo Di Sabato, con copertina realizzata con disegno del poeta-pittore Peppino Palomba; nel 1989 scrisse e divulgò “U Natele muje” e “Feste li Sande”; nel 1991 pubblicò “Solitudine” (Edizioni del Golfo) con copertina di Sante De Biase, e con prefazione del prof. Vittorio Tricarico; sempre nel 1991 Barbone fu l’autore del libretto di poesie in lingua intitolato “Il cane senza padrone” (edizioni del Golfo), con presentazione del prof. Matteo di Turo, che nella sua prefazione evidenziò tra l’altro, che l’autore pur mancando di una solida preparazione scolastica, si destreggiava liberamente con l’endecasillabo rispettando rigorosamente i canoni metrici.

Infine, nel 1995, fu pubblicata la sua ultima raccolta di liriche in lingua dal titolo: “Uno spicchio di limone”, con copertina realizzata dal prof. Tommaso Adabbo e con prefazione del prof. Matteo Di Turo. Molti sono i periodici, quotidiani e riviste che si sono occupati e recensito Michele Barbone per la sua duplice attività di paroliere e poeta: “Spiragli 7” della Casa editrice Nuovi Autori di Milano; “Il tempo di Roma”; “Garganostudi”; “Qui Foggia”; “La Gazzetta del Mezzogiorno” ed altri. Con Michele Barbone, ci siamo visti l’ultima volta a Manfredonia, in occasione della serata “Poesie e canti in vernacolo sipontini” che allestimmo il 3 agosto 1996, in collaborazione con gli amici prof. Lorenzo Prencipe, Michele Racioppa e Francesco Granatiero presso l’atrio della scuola elementare “Croce”. In quell’occasione Barbone, fu omaggiato, come tutti gli altri poeti, dal sindaco avv. Gaetano Prencipe e dall’assessore Angelo Riccardi, con un’opera in ceramica del M° Tonino Robustella. L’amico Barbone, mi inviava sempre, non solo i testi delle sue canzoni e delle sue liriche, ma anche le musicassette con le incisioni dei suoi motivi e i libretti delle sue pubblicazioni di liriche in vernacolo e in lingua. Dopo la sua partecipazione alla manifestazione del 1996 con i poeti in vernacolo sipontini, non ho avuto più sue notizie.

Poesie di Michele Barbone
Testo in vernacolo-A carecchje e u canalicchje

Liriche in lingua di Michele Barbone

Michele Barbone è deceduto a Saronno (Varese) il 5 febbraio 2002. Gli artisti, i poeti e i cultori, non dovrebbero mai essere dimenticati, ma ricordati nel tempo per la loro opera. A proposito di poeti, colgo l’occasione per inviare un affettuoso saluto a tutti i poeti sipontini in lingua e in vernacolo e in particolare al mio amico poeta-attore Giacomo Salvemini, che da anni, per motivi di lavoro risiede con la sua famiglia nella città di Crispiano (TA).

2 commenti su "In ricordo di Michele Barbone, paroliere e poeta di Manfredonia"

  1. Buongiorno, sono il figlio di Michele Barbonee sarei interessato ad avere materiale riguardante l’attività di mio padre

  2. Buongiorno sono la nipote di Michele Barbone lo chiamavamo zio Linucio. Grazie per avermi fatto scoprire cose sulla mia famiglia paterna

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