Chieti, 18 luglio 2018. Frode fiscale e contributiva di rilevanti dimensioni: fatture false per 190 milioni di euro. 73 persone indagate a vario titolo per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e/o contributiva, 36 le società coinvolte, 190 milioni di euro il valore delle false fatture emesse, 66 milioni di euro i ricavi sottratti al fisco 16 milioni di euro di iva dovuta, 4 milioni di euro di contributi previdenziali non versati, 1 milione e 600.000 euro il valore dei beni sequestrati, (14 unità immobiliari, partecipazioni societarie per un valore nominale complessivo di euro 712.000,00 e 107 conti correnti bancari e postali).
Sono queste, in sintesi, le cifre di una complessa indagine condotta dai finanzieri della compagnia di Chieti, sotto il coordinamento della procura della repubblica di chieti inizialmente e, successivamente, di quelle di napoli e latina.
Alle prime luci dell’alba di questa mattina decine di militari della compagnia della guardia di finanza di Chieti, coadiuvati dai loro colleghi dei reparti territoriali di Roma, Napoli, Bologna, Latina e Macerata stanno procedendo all’esecuzione del provvedimento di sequestro emesso dalla procura della repubblica del capoluogo pontino.
Le indagini, avviate a seguito di una richiesta di mutua assistenza amministrativa pervenuta dall’organo collaterale slovacco, hanno consentito di sgominare una collaudata ed organizzata associazione a delinquere – composta da professionisti ed imprenditori (anche attraverso il ricorso a prestanomi) – che, attraverso la gestione di 36 società (di cui una ramificata sul territorio teatino), aveva posto in essere un vasto ed articolato duplice sistema fraudolento finalizzato alla realizzazione di una cd. Frode carosello, volta a conseguire indebiti vantaggi fiscali in materia di imposizione indiretta (i.v.a.), mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture relative ad operazioni soggettivamente inesistenti per circa € 190 mln., ed anche contributiva, attraverso l’illecita somministrazione di manodopera con conseguenti omessi versamenti delle ritenute previdenziali, irregolarmente compensate con i crediti erariali fittiziamente creati mediante la contabilizzazione delle fatture per operazioni inesistenti.
Redazione StatoQuotidiano.it
Buongiorno.
Occorre indagare anche le motivazioni che hanno portato a tale risultato. Certo, se si è imbattuti in un sistema legale con tante mancanze…Fatture false o reazione con rabbia a ciò che sarebbe potuto essere?
Che sia fatta la Sua volontà…
Ricordo la fede, i diritti, il buons enso, il quieto vivere, il partire dalle reali problematiche della persona e della famiglia…
una casa e stipendio-pensione possibile per tutti (quante cose avrebbero evitato o ridotto…)…
Grazie per l’attenzione e la considerazione.