Nelle province di Foggia, Barletta-Andria-Trani, Salerno e Potenza, i Carabinieri del Gruppo per la Tutela dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di Napoli, insieme ai Carabinieri dei Comandi Provinciali competenti, hanno eseguito una serie di ordinanze di custodia cautelare nei confronti di otto persone, accusate di traffico illecito e gestione illecita di rifiuti.
L’operazione si inserisce in un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Bari, che ha portato alla luce un pericoloso sistema di smaltimento abusivo di rifiuti speciali, con base in Campania e ramificazioni in diverse aree del Sud Italia.
L’indagine, avviata nel marzo 2020 e conclusa dopo oltre un anno di investigazioni, ha permesso di individuare un’organizzazione criminale strutturata e dedita allo smaltimento illegale di tonnellate di rifiuti, principalmente nella provincia di Foggia. Attraverso intercettazioni, videoriprese e pedinamenti, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Bari hanno ricostruito una serie di episodi di sversamento abusivo avvenuti tra il febbraio 2020 e l’aprile 2020 in Puglia e in Molise.
Tra i principali ritrovamenti:
- Il 10 febbraio 2020, a Stornara (FG), in un capannone furono scoperte balle di rifiuti ammassati.
- Il 21 febbraio 2020, a Stornarella (FG), furono rinvenute circa 50 tonnellate di rifiuti indifferenziati abbandonati in aperta campagna.
- Il 6 marzo 2020, ancora a Stornara, diversi cumuli di rifiuti furono dati alle fiamme.
- Il 3 aprile 2020, a San Martino in Pensilis (CB), furono ritrovati 80 tonnellate di rifiuti abbandonati.
Le indagini del NOE hanno evidenziato una modalità ben collaudata per lo smaltimento illecito. I rifiuti, costituiti principalmente da scarti industriali e rifiuti solidi urbani, venivano raccolti e confezionati in balle, per poi essere trasportati non verso impianti autorizzati, ma in cave in disuso, aree agricole e capannoni abbandonati situati nelle province di Foggia e Barletta-Andria-Trani. Questi sversamenti venivano spesso effettuati durante le ore notturne, rendendo difficile l’individuazione dei responsabili.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i rifiuti provenivano principalmente dalla Campania e venivano trasportati lungo le autostrade fino ai caselli di Candela e Cerignola (FG). Da lì, i carichi venivano condotti nei siti di smaltimento illegale, in molte occasioni devastando aree naturali di pregio, alcune delle quali situate vicino a strade comunali e provinciali. In alcuni casi, i rifiuti venivano anche incendiati, rendendo l’aria irrespirabile e causando ulteriori danni ambientali.
L’organizzazione criminale avrebbe ottenuto un illecito profitto di circa 1,2 milioni di euro grazie alla mancata gestione corretta dei rifiuti. Il risparmio ottenuto dall’abbandono dei rifiuti, invece di smaltirli legalmente, rappresentava un guadagno significativo per il gruppo. Il sequestro per equivalente di questa somma è stato disposto dall’autorità giudiziaria, insieme al sequestro di una società di trasporti di Cerignola, responsabile del trasporto dei rifiuti, e di una cava in disuso a Minervino Murge (BAT), utilizzata come uno dei principali siti di smaltimento illegale.
Le otto persone coinvolte nell’operazione, tra cui autisti, organizzatori dei trasporti e gestori delle società implicate, sono ora sottoposte a misure cautelari per evitare la reiterazione dei reati e la possibilità di alterare le prove, attraverso la produzione di documentazione falsa per simulare il corretto smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, è importante ricordare che le indagini sono ancora in corso e che gli indagati sono da considerarsi innocenti fino a una sentenza definitiva.
Le misure cautelari eseguite sono state disposte in fase di indagini preliminari, e i destinatari hanno la possibilità di impugnarle nelle sedi competenti.
Risalite alle targhe e arrestateli tutti
Troppo tenue ancora le condanne, qualora si arrivasse a giudizio finale, per questi infami delinquenti. L’accusa deve essere aggravata con i seguenti capi di accusa: Inquinamento ambientale, Disastro ambientale, Traffico e abbandono di materiale nocivo, Impedimento del controllo, Omessa bonifica. SI dovrebbe elidere la prescrizione e introdurre il risarcimento danni coatto. Ovviamente le pene dovrebbero essere inasprite e non scendere al di sotto dei 15 anni. Contemporaneamente ci dovrebbe essere un grosso investimento nella prevenzione e nel controllo del territorio. E’ così che si combatte questo preoccupanete e dilagante fenomeno.