Quel Mare, metafora e icona, per antonomasia, di vita con tutte le sue meraviglie, quel Mare, implacabile fratello, simbolo di accoglienza e libertà, per incastonare le varie creazioni presepiali, nel segno di un amore indissolubile.
Le opere presepiali, a tema, sono complessivamente pregevoli, “fabbricate”, con diverse tecniche e materiali svariati,per ambientazioni artisticamente suggestive, che si lasciano più e più volte ammirare da parte dei numerosi visitatori, nel magico incanto del clima natalizio, nel giubilo crescente per la Santa Nascita del Santo Bambinello, nella Notte Santa, dallo stellato colmo di Angeli, svolazzanti sulle tremule marine echeggianti.
A cominciare dalla Basilica di Siponto. Meticolosamente, ad elevato senso artistico la ricostruzione dell’ ultra millenaria antica Basilica di Siponto nelle sue originali architetture dello splendido romanico pugliese, questa presentata dall’ Associazione di Manfredonia alla Mostra Nazionale di Rieti, nella Santa Ricorrenza dell’ottocentesimo anniversario del primo Presepe di San Francesco a Greccio, dove, col Santo Poverello di Assisi, fermo in preghiera, in viaggio verso
L’ Arcangelo, dove la pregevole opera, di artistica grandiosità, ha riscosso plauso ed enorme successo.
A continuare in rassegna, con l’ opera del decano dell’Associazione, Saverio Magno, ultra ottuagenario, che ha figurato, in fascinosa fattura, la Natività in una grotta scavata dal mare, e, a corredo pittoresco, tutta una scena, assai graziosa, con la andare a far di bucato alle chiacchierine sorgenti, e pescatori a rammendare reti, e paranze e di vele, in religioso approdo alla Spelonca Santa. Il tutto avvolto in artistico, fascinoso variare di luci allo spuntare di albe e sole a giorno, e tramonti rosantico, e al cader del notturno azzurognolo.
Altra opera realizzata da Daniele e Matteo Basta, con boccascena a spelonca, dalla quale poter ammirare un suggestivo, antico trabucco con scene di pesca, e , a lato, a troneggiare la Natività, fra reti a far da culla. Il tutto sulla azzurra della marina, con scie lunari, a risplendere dalle lontananze.
Matteo Stelluti ha situato la Natività in un sottano ad arco, costeggiante, in immaginazione, l’ antica Piazza d’Armi del castello, con scalinata che sale al torrione. Ambientazione calda di sole, con attrezzature marinaresche qua e là, una intrigante strettoia a intravedere di marine.
Di Domenico Santoro, poi, stupendamente arabeggiante la composizione presepiale, con la Natività, collocata in recesso di spelonca dalle alte asperità, con pertugi di luci, e portale a tutto sesto, ivi addossato, a lasciare percepire un paesaggio rupestre, campestre, inondato di fulgori a rivelare, in brillantezza, scene bucoliche, al contraltare coloristico della terrosa luminosità dell’antro.
Imponente boccadopera gotico di Francesco e Nathan Carnevale, a rivelare, in primo piano, in una luce calda dorata, la Natività, a sfumare sul caseggiato, in evanescenza, nel blu elettrico del fon dale della marina, dalla quale, in suggestiva peospettiva, comparire, fiabescamente, un mondo marinaro avviarsi, in religiosa aspettativa, al Santo Bambinello.
Caseggiato pittoresco, su più livelli, l’ opera di Matteo Tomaiuolo “Cistarille”, in architetture avvolgenti, a ergersi, fascinoso d’antico, ergersi, sul bagnasciuga, nel popolaresco borgo marinaro, al cui centro, in un pianoterra, trovasi, centrale, la Natività in calde luci, in favoloso incanto.
Sempre a tema la creazione di Giuseppe Pellegrino, in ambientazione di un caseggiato, su più livelli, con tanti balconi spalancati, come occhi, a lasciare intravedere interni, ed animati da più figure, in atteggiamento dinamico, a ridosso di una chiesa, con tanto di campanile. Il tutto, l’insieme, in riva al mare con barche in attracco, e un grand’andare di figure verso la Natività, situata in un sottano centrale, ravvolto di luci.
Altra opera di incantevole bellezza artistica, quella del noto presepista, Antonio Marzullo, in sommesso brulichio di pregevoli statue, dal sembiante espressivo, incamminarsi verso recessi e anfratti della scogliera, da ambo i lati, a incorniciare, al centro, sotto un arco, addossato a un fabbricato, dove è collocata la splendida Natività, in ambiente rupestre, e di là, disegnarsi nelle lontananze, un crespo mare, nell’ azzurro turchino, di tremule ondine palpitanti respiri. Un affascinante, in immaginario, colpo di scena.
Un grande spettacolare palazzo, quello di Domenico Fabiano, di non facile esecuzione, in stile Liberty, su tre livelli, assai decorati in tutti i minimi particolari architettonici, con loggiati semicircolari, e porte e finestre e balconi, in arricchimento di fregi decorativi e geometrie in barocco arabizzante.
Al piano rialzato, una maestosa scalinata biforcuta porta alla grande bella Natività, avvolta in luce folgorante, al contraltare del giallo penombra, con Sua Santità, papà Francesco, dall’alto della balconata, sormontata da un artistico frontone, a impartire la Benedizione.
Lidia Piccolo, presidente dell’Associazione, in esecuzione, certosinamente meticolosa, rappresenta, in interno, la dimora e il focolare domestico, in cui regnano la pace e la concordia, e trepidante attesa gioiosa in vista del prossimo, magico Natale. Davvero mirabile la ricostruzione del mobilio, con tutte le utensilerie, e vasellame e complementi d’arredo, in una disposizione, curata in tutti i minimi particolari, quasi ci si potesse entrarci in quella Pace della Famiglia, con madri a ninnare, e bamboli nel loro spensierato giocare, mentre l’anziano incomincia a “fabbricarsi” il suo presepe, simbolo di una fanciullezza che si vuole non mai finisca. Luca Cuppiello docet nel suo capolavoro.
Lungometraggio figurativo, quello di Marcello Castigliego e di Matteo Feltri, costruito, assai artisticamente, in fasi “filmiche”, che porta l’occhio a procedere, in visiva lentezza ammirativa, nel cogliere i ben fatti particolari corredativi architettonici, a incominciare dal sontuoso palazzo, fino all’altro grandioso edificio, in stile arabo, della Natività, con bifora che lascia intravedere un azzurro mare infrangersi contro un promontorio.
Incantevole opera presepiale, quella realizzata dall’Associazione ANFFAS, ritraente il Villaggio dei Pescatori, le cosiddette “Chese i Marenere”, sulla scogliera di Ponente, fatto costruire ad opera del mai troppo compianto Avvocato Bernardino Tizzani, alla fine degli Anni Cinquanta. Ricostruzione fedele della piazza, dove è situata la bella Natività, nell’aura di luci calde, nell’azzurro stellato vangoghiano. Opera davvero assai pregevole, questa dei laboriosi ragazzi diversamente abili, non nuovi a stupirci con creazioni, artisticamente sempre assai più sorprendenti.
Suggestivamente affascinante Natività, quella di Domenico Stelluti, a bassorilievo incorniciato, in architetture artistiche di maniera arabeggiante, con ruderi in colonne, e finestre “ricamate”, da cui filtra una luminosità folgorante sul Santo Bambinello, e poi un’ incantevole bifora, di lì a vederci un sole alzarsi e indorare una montuosità di calanghi e spelonche, in aura fiabesca. Ed ancora, opera pregevole di Antonio Salvemini, collocata su una barca, in attracco notturno, dove la Natività si staglia in un fascio di luci in penombra e in barbagli, sotto l’egida protettiva di un Angelo dalle ampie ali spiegate, a richiamare dal mare di meraviglie.
Altra opera apprezzabilissima, in magia espositiva, quella dell’assai noto Maestro cartapestaio, Matteo Trotta, Arte a cui si è votato, senza soluzione di continuità, sin dalla sua prima adolescenza, col testone, alla Mostra, di un Re Magio, ritratto in incanto della religiosa meraviglia, raffigurata in un volto, ben cesellato in tutte le sue psicologiche fisionomie, in sontuoso vestimento, come se a Santa Festa, in involta attesa, giungere, in fruscio misterico, dai millenni.
La composizione presepiale di Antonio Borgia si raffigura al piano terra di un imponente, barbagliante faro, sventagliante luci intermittenti, a richiamare le imbarcazioni all’approdo sicuro, a scie biancheggianti nel blu notturno della marina, alla Santa Natività, nel fulgore luminoso, offrire visione di Santo Prodigio.
Ancora, in Mostra, la raffigurazione compositiva di Michele Giornaliero, con la Natività immaginata in un caseggiato, in stile arabo, abbarbicato lungo un costone roccioso, con sottani a ridosso, scavati per una ambientazione, costeggiante la marina, corrosiva di recessi e spelonche.
In Mostra anche alcune specie ittiche del nostro Golfo, in fantasie coloristiche, opera stimabile dell’artista Francesco Ciociola, che “addomestica” prevalentemente il legno per le sue creazioni, che riscuotono meritori consensi.
A conclusione di questa notevole XXVIII Mostra, non possiamo passare sotto silenzio le varie attività collaterali, promosse dall’ Associazione, al fine di inculcare, nelle giovanissime generazioni, l’amore e la passione creativa di questa nobile Arte, da tramandare nel tempo. E così meritevoli di menzione sono i corsi presepiali, con realizzo di belle opere finali, tenuti diligentemente fra le scolaresche dell’Istituto Paritario Bilingue “Sacro Cuore” di Manfredonia, sotto il prezioso e funzionale tutoraggio dell’Associazione nelle persone di Antonio Borgia, Michele Armillotta, Iolanda D’Errico, Francesco Borgia, Antonio Marzullo, Rosa Verderosa, Matteo Stelluti e Francesco Carnevale.
Da menzionare anche del concorso “Il presepe più bello”, da premiare, da apposita Commissione, fra tutti quelli realizzati nelle proprie dimore.
Altro non v’è da dire, se non con il lodevole plauso di tutte le iniziative, promosse dalla dinamica Associazione Italiana “Amici del Presepio”, sezione di Manfredonia, in considerazione del nobile merito divulgativo.
Lorenzo Prencipe