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PROFILI Coldiretti. “In Puglia ci sono quasi un milione di poveri”

Si tratta di persone che hanno perso il lavoro, costretti a chiudere bottega

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
19 Novembre 2023
Gargano // Lavoro //

In Puglia ci sono poco meno di un milione di poveri e il 23,6% dei pugliesi vive in condizioni di povertà relativa.

Si tratta di persone che hanno perso il lavoro, di piccoli artigiani costretti dalla crisi economica a chiudere bottega, di chi non beneficia più di sussidi statali o di chi ha un lavoro saltuario.

Lo rende noto Coldiretti Puglia, nella giornata dedicata alle povertà e voluta da Papa Francesco.

L’associazione stima che i poveri residenti in Puglia sono 921mila e che il 21% delle famiglie, secondo i dati Istat, ha bisogno di aiuti come la spesa sospesa che Coldiretti ha promosso in molti mercati e fiere come quella del Crocifisso a Modugno, nel Barese.

“La maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari – si legge in una nota di Coldiretti Puglia – prediligendo questa forma di sostegno invece dei pasti gratuiti distribuiti nelle strutture caritatevoli”. In un anno, secondo l’associazione, le famiglie in difficoltà sono passate da poco più del 18% al 27,5%, con conseguente aumento della povertà alimentare tra i minori: il 12% degli under 15 anni ricorre agli aiuti per nutrirsi. A essere in difficoltà sono anche anziani e stranieri.

“Con la spesa sospesa Coldiretti e Campagna Amica hanno voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione” in quanto “in molti mercati i prodotti freschi invenduti” vengono donati “a organizzazioni caritatevoli per poi utilizzarli nelle mense”, conclude Coldiretti Puglia.

Lo riporta l’ANSA.

1 commenti su "Coldiretti. “In Puglia ci sono quasi un milione di poveri”"

  1. Sono anni, ormai, che sui media e sui social si legge e si discute molto della povertà (relativa e assoluta) che si registra non solo in Italia ma, con sfumature diverse, nel mondo intero.
    Non sempre, però, sono indicate le cause di questo fenomeno in rapida espansione che riguarda, non esagero, miliardi di persone.
    Secondo alcuni studiosi (economisti e sociologi) le cause vanno ricercate nelle politiche di matrice “neoliberista”.
    Il neoliberismo è la dottrina economica dominante – da molti anni – che promuove la deregolamentazione del mercato e la forte riduzione del ruolo dello Stato nell’economia.
    In Italia, in Europa e nel mondo intero, il neoliberismo ha avuto un impatto significativo sulla politica economica e sociale dei governi nazionali degli ultimi trent’anni, con una progressiva erosione dei diritti sociali e dello Stato sociale.
    L’ideologia neoliberista ha portato a una iniqua distribuzione della ricchezza, con la conseguenza di aver accentuato le disuguaglianze economiche e sociali, e ha contribuito all’enorme diffusione della povertà.
    La disuguaglianza economica e sociale tra ricchi e poveri in Italia è tra le più alte in Europa. Circa 10 milioni di italiani vivono oggi sotto la soglia di povertà, con un reddito inferiore a 780 euro al mese per una famiglia di due persone. Secondo il rapporto Oxfam (confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale) il patrimonio dei primi tre miliardari italiani della lista Forbes (rivista americana di economia) supera la ricchezza netta detenuta dal 10% più povero della popolazione italiana, circa 6 milioni di persone!
    La povertà si può ridurre cambiando modello economico di sviluppo. L’alternativa al neoliberismo non è (attenti bene) il “sistema comunista” ma il sistema ad economia mista (pubblico-privato) sancito dall’art. 41 della nostra Costituzione e che riporto integralmente per i lettori:

    “L’iniziativa economica privata è libera.
    Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
    La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.

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