Claudio Pesante, 18 anni, è stato condannato a 1 anno e 10 mesi per l’aggressione a due infermieri del Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia avvenuta il 9 settembre scorso. La pena, sospesa con condizionale, ha portato alla sua immediata scarcerazione. La decisione del giudice monocratico è arrivata ieri, tenendo conto della perizia psichiatrica che ha evidenziato un vizio parziale di mente e della scelta del rito abbreviato, che ha ridotto la pena complessiva.
L’aggressione e l’arresto
Secondo le indagini, Pesante, figlio del noto Francesco “U’ Sgarr”, figura di spicco della “Società Foggiana” condannato a 20 anni nell’operazione antimafia “Game Over”, si era recato al Pronto Soccorso in evidente stato di agitazione, probabilmente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Durante un tentativo di prelievo di sangue da parte di un infermiere, il giovane ha reagito violentemente, sferrando un pugno e un calcio che hanno provocato lesioni guaribili in 20 giorni. Anche un secondo infermiere, intervenuto per calmarlo, è stato colpito con uno schiaffo. L’intervento dei carabinieri ha portato all’arresto in flagranza di reato. Durante l’udienza per direttissima, il giorno seguente, Pesante si è avvalso della facoltà di non rispondere.
La perizia psichiatrica e il processo
Su richiesta della difesa e della procura, è stata disposta una perizia psichiatrica, che ha diagnosticato un disturbo borderline di personalità aggravato da una psicosi temporanea dovuta all’uso di sostanze stupefacenti. Il perito ha inoltre segnalato una pericolosità sociale, pur riconoscendo che il giovane ha iniziato un percorso di disintossicazione presso il SerD.
Questi elementi, uniti alle misure riabilitative intraprese, hanno contribuito alla decisione del giudice di concedere la sospensione condizionale della pena, permettendo a Pesante di tornare in libertà.
Un fenomeno preoccupante
L’aggressione si inserisce in un contesto allarmante di violenze contro il personale sanitario nella provincia di Foggia. Nel solo mese di settembre, si sono registrati numerosi episodi simili:
- Il 26 settembre, un giovane è stato condannato a 1 anno e 6 mesi per aver aggredito una guardia giurata al Pronto Soccorso.
- Sempre a settembre, una famiglia di Cerignola è finita sotto processo per un’aggressione a medici e chirurghi dopo il decesso di un parente in sala operatoria.
Questi episodi sottolineano la crescente necessità di proteggere il personale sanitario, sempre più spesso vittima di atti di violenza durante lo svolgimento del proprio lavoro.
Lo riporta l’Immediato.net