La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da Stefano Cursio, nato a San Severo il 13 febbraio 1993, accusato di concorso in una rapina aggravata avvenuta a Modena nel gennaio 2020. Il giovane, già condannato nei primi due gradi di giudizio, aveva contestato la sentenza della Corte d’Appello di Bologna, che confermava la condanna emessa dal Tribunale di Modena nel marzo 2023.
Secondo l’accusa, Cursio avrebbe partecipato, insieme a tre complici, all’assalto a due guardie giurate, utilizzando armi da fuoco e auto rubate. Il bottino si aggirava intorno ai 150mila euro. Gli investigatori hanno ricostruito il ruolo di Cursio attraverso tabulati telefonici, tracciamenti GPS e testimonianze, evidenziando una rete di prove ritenute “schiaccianti” dalla magistratura.
I legali di Cursio hanno contestato la ricostruzione, sottolineando presunti errori nei collegamenti tra l’imputato, i veicoli utilizzati per il delitto e le armi ritrovate. Hanno inoltre lamentato il mancato riconoscimento di un alibi e l’eccessiva severità della pena. Tuttavia, i giudici della Cassazione hanno rigettato le argomentazioni, confermando la validità delle sentenze di merito.
La decisione si fonda sul principio di “doppia conformità” tra le pronunce di primo e secondo grado. La Corte ha sottolineato come la motivazione delle sentenze precedenti sia completa e coerente, non lasciando spazio a dubbi sul coinvolgimento dell’imputato.
Cursio, arrestato nel marzo 2020, era stato trovato in possesso di armi, giubbotti antiproiettile e veicoli con targhe clonate. La Cassazione ha confermato l’adeguatezza della pena e il bilanciamento tra aggravanti e attenuanti, evidenziando il livello di organizzazione del colpo.
La vicenda giudiziaria si conclude così con la definitiva conferma della condanna.