Il bene nascosto che fiorisce: l’incontro tra l’Arcivescovo Moscone e Don Nicolas Musiniguzy
In un mondo dove spesso il bene si cela dietro gesti discreti e sacrifici personali, la storia di Don Nicolas Musiniguzy, sacerdote ugandese e insegnante di Teologia, rappresenta un esempio luminoso di come l’amore per il prossimo possa trasformare vite intere.
Stamane, nell’Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, Sua Eccellenza Mons. Franco Moscone ha accolto con gioia questo giovane sacerdote, divenuto simbolo vivente di un bene silenzioso ma tangibile.
L’occasione dell’incontro, avvenuto in prossimità delle festività natalizie e del Giubileo della Speranza, è stata un momento di riflessione profonda sulla forza della solidarietà e della fede. Don Nicolas, insegnante presso il seminario di Hoima, in Uganda, è il risultato concreto di un progetto di adozione a distanza voluto e sostenuto da Maria Rosciano, una cittadina di Manfredonia che, nonostante le sue difficoltà economiche, ha deciso di compiere un gesto d’amore straordinario.
Una vocazione sostenuta dalla generosità
Il cammino di Don Nicolas inizia all’età di 18 anni, quando il giovane, mosso dalla grazia della vocazione, entra in seminario nel suo Paese d’origine. Informata di questa possibilità di aiuto dalle suore Cistercensi del Monastero di Anagni, Maria Rosciano ha scelto di sostenere la formazione di Nicolas, rinunciando spesso a comodità personali per garantire al giovane ugandese la possibilità di seguire il suo percorso spirituale e accademico.
Grazie a questo supporto, Nicolas ha potuto proseguire gli studi con risultati eccellenti, fino a specializzarsi in Teologia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma, uno dei più prestigiosi istituti accademici al mondo. Una volta completata la sua formazione, è tornato in Uganda, dove oggi insegna Teologia nel seminario che lo accolse quando era ancora un giovane studente.
Un incontro che celebra il bene universale
Durante l’incontro con Mons. Moscone, Don Nicolas ha espresso gratitudine e riconoscenza per il sostegno ricevuto dalla comunità di Manfredonia, rappresentata dal gesto di Maria Rosciano. Le sue parole, intrise di umiltà e fede, hanno sottolineato come il bene possa superare ogni barriera geografica e culturale, trasformando in realtà i sogni più alti.
“La carità cristiana non è solo dare ciò che si possiede, ma anche condividere ciò che si è”, ha dichiarato Don Nicolas, evidenziando come il sacrificio di Maria Rosciano sia stato per lui fonte di ispirazione non solo materiale, ma anche spirituale.
Una testimonianza per il Giubileo della Speranza
L’incontro tra Mons. Moscone e Don Nicolas si inserisce perfettamente nel contesto del Giubileo della Speranza, un evento che invita la comunità cristiana a riflettere sull’importanza della speranza e della solidarietà. La storia di questo giovane sacerdote è una testimonianza concreta di come i piccoli gesti possano contribuire a costruire un mondo migliore, ispirando fede e amore nei cuori di chi li osserva.
Il coraggio di Maria Rosciano: un esempio per tutti
Maria Rosciano, con il suo impegno silenzioso e costante, dimostra che non è necessario essere ricchi per compiere grandi opere. A volte, basta un cuore generoso e una fede incrollabile per cambiare il corso della vita di una persona e, con essa, quello di un’intera comunità. Il suo gesto, inizialmente confinato nell’ombra di una scelta personale, oggi risplende come esempio di come il bene possa manifestarsi nelle forme più semplici e umili, ma allo stesso tempo straordinarie.
Un futuro che guarda oltre
Don Nicolas Musiniguzy continuerà a insegnare e formare nuovi sacerdoti in Uganda, perpetuando il messaggio di speranza che ha ricevuto. La sua vicenda non è solo una storia di successo personale, ma anche un richiamo per tutti noi a guardare oltre le apparenze e a credere nella forza trasformatrice dell’amore per il prossimo.
Carissimo vescovo , come mai nessuno commento sul conto di Rotice ??? Hai portato avanti una battaglia contro tutti e tutto riguardando la criminalità Manfredoniana , tu e Rotice eravate in prima fila alla manifestazione di don ciotti, e ora non dici una parola sul conto di questa interdittiva antimafia sul conto della famiglia Rotice….un vescovo deve essere coerente !!! E non solo quando vuole lui .