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IL CASO San Marco in Lamis: scuola chiusa dopo le 8.15 per i troppi alunni ritardatari

La misura è stata adottata per evitare interruzioni durante la prima ora di lezione e garantire il diritto degli studenti puntuali a seguire le attività didattiche senza disturbi

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
19 Dicembre 2024
Cronaca // Manfredonia //

La dirigente scolastica della Scuola Primaria Balilla di San Marco in Lamis ha preso una decisione drastica: chi arriva dopo le 8:15 non potrà entrare in classe fino alle 9:00, ovvero all’inizio della seconda ora. La misura, spiegata in una circolare, è stata adottata per evitare interruzioni durante la prima ora di lezione e garantire il diritto degli studenti puntuali a seguire le attività didattiche senza disturbi.

La motivazione della dirigente
Secondo quanto riportato nella circolare, la decisione è stata presa in seguito alle numerose lamentele dei docenti, che hanno evidenziato come i continui ingressi tardivi e i prelievi anticipati da parte dei genitori compromettano il regolare svolgimento delle lezioni.

La reazione delle famiglie
La misura ha suscitato reazioni contrastanti tra i genitori, con un acceso dibattito che ha diviso l’opinione pubblica. Mentre alcuni appoggiano la scelta come un incentivo alla puntualità, molti altri la considerano una violazione dei diritti fondamentali dei bambini.

In una lettera inviata a una testata locale, il fronte dei contrari ha espresso forte indignazione:

“Con grande sconcerto apprendiamo della decisione della dirigente scolastica, che dal 12 dicembre chiude il portone della scuola dalle 8:15 alle 9:00, impedendo l’ingresso agli alunni in ritardo. Questa misura, giustificata con la tutela della didattica, rappresenta un atto gravissimo che mina il diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione italiana.”

Le critiche più dure
La lettera sottolinea come la decisione colpisca ingiustamente i bambini, spesso vittime di ritardi imputabili ai genitori. Si denuncia inoltre il rischio di ripercussioni psicologiche e sociali per i piccoli esclusi, evidenziando come la scuola stia tradendo la sua missione di inclusione e crescita educativa.

“Piuttosto che adottare soluzioni organizzative per gestire i ritardi senza penalizzare gli studenti, si sceglie di punire direttamente i bambini. Questa scelta potrebbe configurarsi come interruzione di pubblico servizio, un fatto estremamente grave per un’istituzione scolastica.”

La richiesta di intervento
I genitori contrari chiedono l’intervento immediato delle autorità scolastiche regionali e del Ministero dell’Istruzione per revocare la misura e garantire il diritto all’istruzione.

“La scuola deve essere un luogo sicuro e accogliente, non un sistema punitivo che scarica sui bambini responsabilità non loro. Confidiamo che istituzioni e comunità si uniscano per difendere i principi fondamentali del nostro sistema educativo.”

La polemica resta aperta, con genitori e istituzioni chiamati a trovare una soluzione che bilanci il diritto all’istruzione con il rispetto delle regole scolastiche.

Lo riporta SanMarcoinLamis.eu.

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