Venaria Reale (TO), 20 ottobre 2024 – “L’unica consolazione è che te ne sei andata facendo ciò che amavi”. Con queste parole, amici e familiari hanno voluto ricordare Giulia Manfrini, la trentaseienne piemontese tragicamente scomparsa in Indonesia, dopo essere stata colpita al petto da un pesce spada mentre faceva surf. Una passione, quella per il surf, che aveva coltivato con amore e dedizione fin dalla giovane età, trasformandola in una filosofia di vita che l’aveva portata a girare il mondo in cerca di onde perfette e avventure indimenticabili.
Una passione nata presto
Giulia Manfrini, originaria di Venaria Reale, nel Torinese, aveva scoperto la sua passione per gli sport da tavola a soli 15 anni. Prima di immergersi nel mondo del surf, aveva dominato le piste da sci con la sua tavola da snowboard, vincendo anche numerosi premi. Il richiamo del mare, però, fu irresistibile, e ben presto la tavola da snowboard lasciò spazio a quella da surf. Da quel momento in poi, la sua vita cambiò per sempre, diventando un continuo viaggio alla ricerca delle onde migliori.
L’amore per il surf la spinse a lasciare l’Italia, facendola approdare in diverse parti del mondo dove poter coltivare questa passione. Negli ultimi anni, Giulia si era stabilita in Portogallo, attratta dalle onde giganti che caratterizzano la costa atlantica. Lì, si allenava tra le onde più alte d’Europa, ma non era raro trovarla in Sud-Est asiatico, dove aveva scoperto un legame particolare con la natura selvaggia e incontaminata della regione.
Una vita tra mare e foreste pluviali
La sua passione per la natura e il surf la portava spesso in Indonesia, e in particolare a Bali, dove aveva lavorato come istruttrice di surf. Giulia non si limitava a cavalcare le onde: il suo amore per l’ambiente la spingeva a cercare luoghi lontani dalle rotte più battute, dove il contatto con la natura era più intimo e autentico. “Adoro la natura selvaggia del Nord Sumatra: la foresta pluviale lì è così primordiale e meravigliosa”, raccontava in un’intervista di qualche anno fa. “Amo sedermi con pochi amici, ascoltando solo i suoni e aspettando il momento perfetto. Quel momento che so già sarà unico e che mi regalerà grandi soddisfazioni”.
Le sue parole testimoniano non solo la sua passione per il surf, ma anche la profonda connessione che sentiva con la natura, un elemento che per lei non era solo sfondo delle sue avventure, ma parte integrante della sua vita. La sua esperienza e il desiderio di condividere queste emozioni con gli altri la portarono ad aprire due agenzie specializzate in viaggi sportivi, sia sulla neve che al mare. Giulia cercava di far vivere ad altri la magia che lei stessa provava ogni volta che si trovava in sintonia con l’ambiente che la circondava.
Il tragico incidente a Masokut
Il 18 ottobre 2024, Giulia si trovava nelle acque al largo dell’isola di Masokut, nell’area di Bengbeng, nota tra i surfisti per le sue onde perfette. Quella giornata, però, si è trasformata in tragedia. Secondo le ricostruzioni, un pesce spada, inaspettatamente, è balzato fuori dall’acqua colpendo Giulia al petto con il suo rostro affilato. “Un pesce spada è saltato verso di lei e l’ha colpita nella parte superiore sinistra del torace”, ha spiegato il capo dei servizi di emergenza locale.
Gli amici che erano con lei hanno assistito impotenti alla scena. Hanno cercato di soccorrerla immediatamente e l’hanno trasportata a riva il più velocemente possibile, ma nonostante i primi tentativi di rianimarla e il rapido trasferimento al Pei Pei Community Health Center, le ferite riportate si sono rivelate fatali. Giulia è morta poco dopo l’arrivo in ospedale a causa di una ferita profonda circa cinque centimetri.
Il dolore di una comunità
La notizia della morte di Giulia Manfrini ha scosso profondamente la sua comunità di origine. A Venaria Reale, dove Giulia era cresciuta e dove vivono ancora i suoi familiari, la tragedia ha lasciato tutti senza parole. “Tutta la comunità esprime le sue condoglianze alla famiglia. La notizia della sua morte ci ha scioccati tutti, ci sentiamo impotenti di fronte a una tragedia che ha stroncato la sua vita così prematuramente”, ha dichiarato il sindaco della cittadina piemontese.
Giulia era molto conosciuta non solo per le sue imprese sportive, ma anche per il suo spirito libero e la voglia di condividere con gli altri le sue esperienze. Amava la vita all’aria aperta, la libertà delle onde e il contatto con persone che condividevano la sua stessa passione per l’avventura e per la scoperta. Questo tragico incidente ha portato via una donna che era riuscita a trasformare la sua passione in una missione di vita, lasciando un vuoto incolmabile in chi la conosceva e l’amava.
Il rientro della salma e l’ultimo saluto
Dopo il trasporto via mare fino a Padang, la salma di Giulia sarà rimpatriata in Italia nei prossimi giorni, per permettere ai suoi cari e alla comunità di Venaria Reale di darle l’ultimo saluto. Nonostante il dolore per questa perdita improvvisa e scioccante, amici e familiari trovano conforto nel fatto che Giulia sia morta facendo ciò che amava di più al mondo: cavalcare le onde in quei luoghi remoti e selvaggi dove si sentiva in armonia con la natura.
La sua vita, spezzata troppo presto, resta un esempio di come la passione possa guidare le scelte più importanti e offrire una strada da seguire, anche di fronte ai pericoli. Giulia Manfrini sarà ricordata come una donna coraggiosa, intraprendente e amante della libertà, una surfista capace di vivere ogni giorno con intensità, senza mai rinunciare ai propri sogni. Lo riporta fanpage.it.