Il calcio italiano è in lutto per la scomparsa di Fabio Cudicini, storico portiere del Milan, deceduto ieri sera all’età di 89 anni. La notizia arriva a soli due giorni dal trionfo rossonero in Supercoppa, segnando la fine di un’era per il club milanese e per tutti gli appassionati di calcio. Soprannominato “Ragno Nero” per le sue straordinarie parate, Cudicini ha rappresentato un’epoca d’oro per il Milan tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. Con il club rossonero ha conquistato numerosi titoli, tra cui la Coppa dei Campioni, la Coppa Intercontinentale, lo Scudetto, la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia.
La sua carriera, tuttavia, non si limita ai successi con il Milan. Prima di approdare a Milano, Cudicini aveva vestito la maglia della Roma, dove divenne un punto di riferimento per i tifosi, ottenendo un altro paio di trofei, tra cui una Coppa Italia e una Coppa delle Fiere. Nel club capitolino, il portiere alto e imponente fu soprannominato “Pennellone”, un titolo che richiamava la sua statura e la sua presenza dominante in campo. La sua carriera calcistica ebbe inizio all’Udinese, prima di proseguire con il trasferimento alla Roma, dove giocò dal 1958 al 1966.
Fabio Cudicini nacque a Trieste il 20 ottobre 1935. Dopo aver fatto il suo debutto professionale con l’Udinese, si trasferì alla Roma, dove divenne un punto fermo del club giallorosso. Nel 1967, Nereo Rocco lo volle fortemente al Milan, nonostante il suo trasferimento fosse inizialmente accolto con scetticismo. Contrariamente a quanto ipotizzato, il “Ragno Nero” si rivelò una pedina fondamentale nella rosa del Milan, contribuendo in modo determinante a tutti i successi rossoneri dell’epoca.
Il Milan ha voluto ricordarlo attraverso un messaggio emozionante sui propri canali social: “La tela del Ragno sul nostro Cuore rossonero. Per sempre. È scomparso Fabio Cudicini, campione di tutto con il Milan, grande portiere e grande persona. Le condoglianze di tutti i rossoneri al figlio Carlo, cresciuto nel club, e a tutta la famiglia. Ciao Fabio”.
La sua figura è stata paragonata a quella del leggendario Lev Yashin, soprattutto per l’iconico completo nero che indossava in campo. Nonostante il suo stile sobrio e poco appariscente, Cudicini fu uno dei portieri più efficaci del suo tempo, noto anche per la sua abilità nei tiri dal dischetto. Detiene ancora oggi il record di imbattibilità a San Siro, con 1132 minuti senza subire gol, un’impresa che rimane nella storia del club.
Purtroppo, nonostante i numerosi successi a livello di club, Cudicini non ha mai avuto l’opportunità di giocare con la Nazionale italiana, in un periodo in cui i portieri più titolati erano Ricky Albertosi e Dino Zoff. Sebbene abbia preso parte a qualche convocazione come riserva per le qualificazioni ai Mondiali del 1970, la sua carriera internazionale non decollò mai.
La famiglia Cudicini è legata indissolubilmente al calcio: il padre di Fabio, Guglielmo, noto come “Mino”, era un difensore che militò per anni nella Triestina, mentre il figlio Carlo seguì le orme del padre, diventando anch’egli portiere di successo in Inghilterra, dove ha giocato per il Chelsea e il Tottenham.
Con la morte di Fabio Cudicini, il calcio italiano perde un altro dei suoi protagonisti storici. La sua morte arriva a pochi giorni dalla scomparsa di Aldo Agroppi, un altro grande del nostro calcio, e in una giornata che segna anche il commiato dal celebre giornalista sportivo Rino Tommasi, un’icona del giornalismo dedicato al tennis e alla boxe.
Il mondo dello sport italiano ha perso figure indimenticabili, ma il ricordo di Cudicini, grande uomo e grande sportivo, resterà per sempre nei cuori di tutti gli appassionati.
Lo riporta Ansa.