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CONDANNA Torino: lanciarono dai Murazzi una bici, 16 anni alla maggiorenne del gruppo

Sedici anni di reclusione, quattro in più rispetto ai dodici richiesti, a Sara Cherici, l'imputata maggiorenne coinvolta nel caso di Mauro Glorioso

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
10 Gennaio 2025
Cronaca // Primo piano //

Sedici anni di reclusione, quattro in più rispetto ai dodici richiesti dalla pm Livia Locci. Questa è la condanna di primo grado inflitta dal tribunale di Torino a Sara Cherici, l’imputata maggiorenne coinvolta nel caso di Mauro Glorioso, il giovane studente che la notte tra il 20 e il 21 gennaio 2023 fu gravemente ferito dopo essere stato colpito da una bicicletta lanciata dall’alto dell’argine dei Murazzi del Po.

La ragazza era accusata di concorso in tentato omicidio, ma i giudici non hanno concesso attenuanti. Il giovane universitario si trovava insieme ad alcuni amici sul lungofiume, in attesa di entrare in un locale.

Le altre condanne
Gli autori del lancio sono stati identificati in un gruppo di tre ragazzi e due ragazze. I minorenni sono stati condannati in via definitiva, con rito abbreviato, a pene comprese tra i sei anni e otto mesi e i nove anni e sei mesi. Per l’altro maggiorenne, il processo d’appello si ripeterà a fine gennaio dopo l’annullamento della sentenza precedente da parte della Cassazione.

Il malore in aula
Durante la lettura della sentenza, Sara Cherici ha accusato un malore ed è svenuta in aula. Dopo essersi ripresa, non era in grado di muoversi autonomamente, e un’ambulanza l’ha trasportata all’ospedale Martini per accertamenti. Il suo avvocato, Enzo Pellegrin, ha dichiarato che la pena inflitta è sproporzionata rispetto alle circostanze. “Certamente, l’incidente ha avuto conseguenze drammatiche, ma la sentenza non riflette le convinzioni della difesa. L’amica minorenne, che come Sara non ha partecipato al lancio, ha ricevuto una condanna di poco più di sei anni.”

La reazione della famiglia di Mauro
I familiari di Mauro Glorioso hanno commentato la sentenza, affermando che “neanche l’esito di questo processo può restituire a Mauro una vita normale”, ma sottolineando che la condanna rappresenta un avvertimento per chi potrebbe danneggiare la vita degli altri per motivi futili. “La famiglia ha seguito con grande sofferenza i processi, sempre con questo spirito”, ha concluso l’avvocato della famiglia, Simona Grabbi.

Lo riporta RaiNews.

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