MANFREDONIA (FOGGIA), 17/11/2022 – Tra gli episodi incredibili accaduti a Manfredonia, va senz’altro ricordato quello “tragico e nel contempo comico” accaduto in loco nel 1972, allorquando, fu colpita da morte apparente la signora Scelza Poliseo, originaria di Trani, ultraottantenne, madre della popolarissima venditrice di cozze di Manfredonia Maria Rignanese detta “Mariétte i cozze”.
Siamo agli inizi degli anni ’70, e ricordo bene la popolana Rignanese, venditrice ambulante di mitili, che abitava in un pianoterra in Corso Roma al civico 272. Indossava sempre un lungo vestito nero, con in testa un fazzoletto scuro, unto di sudore, legato a mo’ di bandana.
Girava per le vie cittadine, con la sua caratteristica “carrettèlle” (carrettino spinto a mano) che utilizzata per il trasporto e la vendita di cozze nere (còzzele nèrje) e pettini opercolari (carècchie). Per pesare i mitili, faceva uso di un’antica bilancia di ferro.
Nei mesi di maggio e settembre, invece, quando arrivavano a Manfredonia “i zuja zuje” (i devoti che si recavano in pellegrinaggio a Monte S.Angelo alla Grotta di S.Michele Arcangelo e facevano sosta a Manfredonia), Maria, la simpatica popolana, stazionava con la sua “carrettèlle” nei pressi del castello Svevo-Angionino dove vendeva e nel contempo sgusciava i molluschi ai forestieri. Si esprimeva, solo in dialetto con un linguaggio a dir poco colorito. Quando girava per le vie cittadine per la vendita delle cozze era solito gridare: “Còzzele e carècchie uagnuj…!”.
La sua voce squillante, si sentiva a cento metri di distanza. Nel vicinato, nonostante, il suo linguaggio vivace, veniva rispettata. Orbene, veniamo all’incredibile vicenda di cui fu protagonista la madre di “Mariette”, la signora Scelza Poliseo, che viveva con la figlia e un nipotino che l’anziana donna amorevolmente chiamava: “Tunì de Mariétte”. La protagonista dell’inverosimile vicenda, di piccola statura, aveva un modo di esprimersi in dialetto molto più vivace di quello della figlia “Mariétte”. L’anziana popolana, evidenziava il suo modo di parlare “sboccato” ma sempre spontaneo, in ogni occasione.
Questo avveniva non solo quando dialogava con la figlia ma anche con i vicini di casa. Mi riferivano alcune persone, che hanno abitato nei pressi della casa di “Mariette”, che quando lei tornava dal suo giro di vendita delle cozze, con l’inseparabile carrettino spinto a mano, il dialogo tra madre e figlia (senza essere litigioso) all’interno dell’umile pianoterra era così colorito e pieno di “precuche” (parolacce) ed espresso ad alta voce, che tutti quelli del vicinato lo potevano sentire. Un giorno, verso la fine dell’anno del 1972, Marietta, dopo la vendita giornaliera delle cozze, era rientrata a casa e si era messa a cucinare per preparare il pranzo per la madre e il nipote. Notò che la madre, a quell’ora, stranamente stava riposando nella sua brandina posta nella stanza di ingresso del pianoterra.
Marietta, preoccupata, chiamò, più volte la madre ad alta voce, ma constatò che non dava segni di vita. A quel punto, Inizio a gridare perché convinta che la madre fosse morta. Immediatamente, corsero i vicini di casa, in particolare la signora Antonietta che abitava in un pianoterra a fianco la casa di “Mariette” e la signora Elvira, altra vicina di casa, che provvidero a vestire insieme alla figlia l’anziana donna apparentemente morta. Fu allestita la stanza per la veglia funebre, con al centro la “deceduta” vestita con abito nero, calze nere e velo nero sul capo, e sistemata sul suo lettino adornato con una coperta di seta e una coroncina tra le mani, come da antica tradizione locale.
Intorno al feretro, i quattro candelabri accesi e alcune sedie messe a muro nella stanza. Intanto, arrivavano i vicini di casa e i parenti dell’anziana donna, e “Mariette” continuava con urla di pianto a ricordare la madre. Improvvisamente, dopo alcune ore, la signora Scelza, si svegliò e poverina rimase scioccata, nel vedere tutte quelle persone in casa intorno al suo letto di morte, con i candelabri accesi.
La prima cosa che fece, si sedette sul lettino e dopo aver guardato intorno, si rese conto, che la veglia funebre era per lei. Intanto, tutti i presenti nella stanza della defunta, immediatamente uscirono fuori in strada sconvolti per l’accaduto. Non vi dico, cosa è successo in quella casa. La signora Scelza, che sicuramente era entrata in catalessi “ngatalesse” (morte apparente), iniziò prima di tutto a sbraitare con parole a dir poco ortodosse, contro la figlia: “desgrazziete, m’ha fatte murì!”…”t’hanna purtè morte a cchese”.
La povera “Mariette”, sotto shock per quanto accaduto, non riusciva neanche più parlare e siccome non sapeva neanche cosa rispondere, si rivolse balbettando alla madre con una frase e gli disse: “Mà, to ivi morte, e pò si resuscetete” (mamma, tu eri morta e poi sei resuscitata).
La madre, gli rispose ancora, con una serie di parolacce che è meglio non ricordare. In un batter d’occhio, la strada si riempì di altri vicini di casa e di curiosi, che avendo sentito le urla che venivano dalla casa della defunta, si avvicinarono all’abitazione, per capire meglio cosa era accaduto. Insomma, signori, poi tutto finì a tarallucci e vino. “Mò, venemecinne a nnuje”. Due anni dopo, il 18 gennaio 1974, la signora Scelza, madre di “Marietta”, morì, per la “seconda volta”, ma questa volta veramente. Furono chiamati nella sua abitazione, nuovamente le vicine di casa Antonietta e Elisa, ma nessuna delle due ebbe il coraggio di vestirla. Venne chiamato un medico “nu dottore”, che doveva constatare il decesso dell’anziana signora. Questi dopo vari controlli, con lo specchietto vicino la bocca ed altre verifiche, accertò che la signora Scelza Poliseo, questa volta, era veramente deceduta. Intanto, siccome, era trascorso molto tempo, i familiari ebbero difficoltà nel vestirla perché la defunta era diventata abbastanza rigida. Il giorno successivo, finalmente, ebbe luogo il funerale dell’anziana popolana presso la chiesa Stella Maris. Dopo il rito religioso, la salma fu portata al Cimitero e tumulata nella tomba di Santa Maria delle Grazie.
Incredibile ma vero! Uagnì!, quello che vi ho raccontato è accaduto veramente nella nostra Città.
**Ringrazio per le informazioni avute sulla incredibile vicenda, accaduta alla signora Scelza, che mi sono state fornite dal nipote Pasquale Rignanese e alcune persone intervistate del vicinato di Maria Rignanese in corso Roma, conosciuta in loco come “Mariette i cozze”.
A cura di Franco Rinaldi, Manfredonia 17 novembre 2022