Un’anziana di Treviso, Luciana Gaiotto, 84 anni, è caduta vittima di una truffa sofisticata basata sulla clonazione vocale tramite Intelligenza Artificiale. Convinta di parlare con la figlia in lacrime, che le raccontava di un finto incidente stradale, la donna ha consegnato 30mila euro a uno sconosciuto.
L’inganno: la voce clonata con l’IA
Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto, i truffatori hanno utilizzato tecnologie di clonazione vocale, riproducendo con precisione tono e timbro della figlia della vittima. Questa tecnica, già diffusa negli Stati Uniti e nei Paesi del Nord Europa, sfrutta audio pubblicati sui social o registrati da telefonate per creare richieste di aiuto estremamente realistiche.
L’Intelligenza Artificiale al servizio dei truffatori
Le truffe hi-tech sono in aumento: secondo uno studio della britannica Starling Bank, un truffato su tre è stato raggirato con programmi basati sull’IA. Con semplici app disponibili sul mercato, i criminali possono generare voci sintetiche in pochi secondi, simulando emergenze per spingere le vittime a versare ingenti somme di denaro.
Gli anziani nel mirino delle bande organizzate
Il comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Treviso, Stefano Mazzanti, ha spiegato che dietro queste truffe vi sono organizzazioni ben strutturate:
- Un gruppo effettua le chiamate e seleziona le vittime
- Altri membri raccolgono il denaro, raggiungendo gli anziani nelle loro abitazioni
Denunciato un 55enne campano
Le indagini sul caso hanno portato alla denuncia di un 55enne campano, già responsabile di un’altra truffa ai danni di una 93enne di Zero Branco. Grazie alle telecamere di sorveglianza, i Carabinieri hanno individuato l’auto a noleggio e l’alloggio usato come base per i colpi, sequestrando gioielli e 40mila euro in contanti.
L’anziana capisce il raggiro troppo tardi
Solo dopo essere riuscita a contattare l’altra figlia, che secondo i truffatori sarebbe dovuta essere in ospedale, Luciana Gaiotto ha capito di essere stata ingannata. Una bugia ben orchestrata, che dimostra come le nuove tecnologie possano diventare un’arma pericolosa nelle mani dei criminali.
Lo riporta TGCOM24.