Imane Khelif esclusa dai Mondiali di Boxe: livelli di testosterone troppo alti
L’International Boxing Association (IBA) ha annunciato l’esclusione della pugile algerina Imane Khelif dai Campionati Mondiali femminili di boxe, che si terranno a Niš, in Serbia, dall’8 al 16 marzo 2025. La decisione è motivata dal mancato rispetto dei criteri di idoneità dell’organizzazione, a causa di livelli di testosterone considerati troppo elevati.
Un caso che si ripete
Non è la prima volta che Khelif si trova al centro di una controversia simile. Già nel 2023 l’IBA aveva deciso di escluderla dai Mondiali per le stesse ragioni. Tuttavia, nel 2024, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) aveva ritenuto che i test condotti dall’IBA fossero “difettosi e illegittimi”, consentendole di partecipare ai Giochi Olimpici di Parigi. In quell’occasione, l’atleta algerina aveva vinto la medaglia d’oro nella categoria -66 kg, battendo in finale la cinese Liu Yang.
L’esclusione di Khelif riaccende il dibattito sulla questione dell’iperandrogenismo nello sport femminile. La pugile è stata spesso oggetto di polemiche e speculazioni sulla sua idoneità a competere nelle categorie femminili, con alcune accuse che suggerivano la presenza di caratteristiche intersessuali. Nonostante ciò, l’atleta ha sempre dichiarato di essere nata donna e di aver vissuto tutta la sua vita come tale.
L’IBA, per bocca del segretario generale Chris Roberts, ha ribadito la propria posizione: “Imane Khelif non è idonea per i nostri Campionati del mondo, non soddisfa i criteri di ammissibilità. Il nostro regolamento tecnico stabilisce chiaramente i requisiti per la partecipazione. Conduciamo test di idoneità di genere in modo casuale e continueremo a farlo durante i Campionati”.
Sport e inclusività: un tema complesso
Il caso di Khelif evidenzia la difficoltà di bilanciare equità e inclusività nelle competizioni sportive femminili. Mentre alcune federazioni adottano criteri più flessibili per le atlete con variazioni ormonali, altre, come l’IBA, mantengono standard rigorosi. Questo solleva questioni etiche e scientifiche sulla partecipazione delle atlete con iperandrogenismo e sulla definizione stessa delle categorie di genere nello sport.
La vicenda continua a dividere l’opinione pubblica e il mondo sportivo, ponendo interrogativi sulla regolamentazione e sul futuro della boxe femminile. Resta da vedere se Khelif potrà ancora competere ai massimi livelli o se questa decisione segnerà un punto di svolta nella sua carriera.
fonte rainews.it
Forse è il caso di organizzare una specifica competizione tra simili. Che ne penserà la pugilessa ?