San Giovanni Rotondo (Fg), 8 febbraio 2025. A cura di Monica Sales.
Sulla nuova pubblicazione “Padre Pio è con noi”, in edicola da stamani in tutta Italia, si racconta la storia del soldato Capitano Emanuele Brunatto, che partecipò alla Prima Guerra Mondiale e fu protagonista della battaglia di Caporetto, dove si trovò accanto al soldato Benito Mussolini, allora semplice soldato. Brunatto, nato a Torino, fu seppellito al fianco di Giuseppe Garibaldi e del foggiano Giuseppe Telfener, nel cimitero monumentale del Verano a Roma, ma per un misterioso tentativo di depistaggio storico e culturale, fu spostato temporaneamente a San Giovanni Rotondo, solo recentemente. Il cimitero di questo paese garganico, che ospitò Padre Pio da Pietrelcina, è ora il suo luogo di sepoltura.
Giuseppe Saldutto, autore dei contenuti della rivista nazionale diretta dal noto Simone Circi, edita da Gamma 3000 di Roma, racconta questa singolare vicenda che non ha precedenti nel mondo dello spionaggio e controspionaggio. Saldutto afferma: “Emanuele Brunatto fu ucciso perché considerato un soldato scomodo. Ritornato sul campo di battaglia nel 1965, Padre Pio gli ordinò di promuovere un colpo di stato, quello definito del Principe Borghese, per rimettere in ordine l’Italia, che, a suo dire, viveva con troppi diritti e pochi doveri. La sera prima del 10 febbraio 1965, qualcuno informò Brunatto che presto sarebbe stato ucciso. Brunatto, però, non era un coniglio e preferì la morte che continuare a vivere in un’epoca segnata dall’abolizione della Monarchia e dall’insediamento del nuovo Ordine Mondiale.
La mattina successiva alla sua morte, la polizia rinvenne il suo cadavere a Roma, e concluse che la causa del decesso fosse un arresto cardiocircolatorio. Ma Brunatto, prima della sua morte, telefonò ad un mio amico di Roma, Luigi Peroni (scrittore anch’egli), per avvertirlo che ‘volevano fargli la pelle’. Fece lo stesso con l’ex podestà fascista Francesco Morcaldi di San Giovanni Rotondo. Brunatto sapeva che di lì a poche ore sarebbe stato giustiziato, e volle lasciare a noi, a Luigi Peroni e a Francesco Morcaldi, la traccia storica che la sua morte fosse un omicidio e non altro.”
Brunatto fu condannato a morte in contumacia per collaborazionismo con il nemico alla fine dell’ultimo conflitto mondiale, ma la pena capitale non fu mai eseguita, poiché egli rimase un agente dormiente per oltre 20 anni. Lavorò per gli Stati Uniti grazie a Mary Pyle, che lo pagava fin dagli anni ’20, e insieme si insediarono per informarsi e riferire ai loro superiori su tutto ciò che riguardava il mondo di Padre Pio. Ma lavorò anche per la Germania, la Francia e l’Italia, sia durante che dopo il regime di Mussolini. Nacque come agente segreto del Vaticano grazie al suo mentore, San Luigi Orione, che lo adottò, lo formò e lo preparò all’azione.
Nel numero più recente di “Padre Pio è con noi”, si racconta un’azione di servizio di Brunatto a favore della famiglia di Padre Pio, inclusa la sorella del Santo, in un periodo difficile. La storia rivela azioni eroiche, di un agente segreto numero uno di tutti i tempi. Alla fine, solo un tradimento poté ucciderlo… proprio come accadde a Padre Pio, che morì per intossicazione da barbiturici. Ma questa è un’altra storia. Come mi disse l’Onorevole Andreotti su Padre Pio: “Un personaggio decisivo nel diciannovesimo secolo“. Aggiungo io… insieme a Brunatto. Certo, Onorevole. (A cura di Giuseppe Saldutto).