La vicenda del “Rosso Jannik”, il vino dedicato a Jannik Sinner e ideato dal conduttore Gianni Ippoliti con il coinvolgimento del Comune di Manduria, si è chiusa senza battaglie legali. Il tennista altoatesino, attraverso il suo legale, ha chiarito che non farà causa, ma ha imposto una condizione chiara: i produttori non potranno più utilizzare il suo nome.
Un gesto simbolico che ha creato polemiche
Le 73 bottiglie di “Rosso Jannik” non erano destinate alla vendita, ma volevano celebrare il gemellaggio tra Manduria (Taranto) e Sesto Pusteria (Bolzano), il comune in cui risiede la famiglia di Sinner. Tuttavia, il tennista non aveva concesso alcuna autorizzazione all’uso del suo nome, motivo per cui sono stati attivati i suoi avvocati.
L’accordo raggiunto ha evitato lo scontro legale, ma il caso ha suscitato anche discussioni tra i produttori del Primitivo, che chiedono chiarezza sull’autenticità del vino. Isidoro Baldari, assessore e imbottigliatore del “Rosso Jannik”, ha difeso l’iniziativa, anche se le bottiglie restano ferme nelle stanze del Comune di Sesto Pusteria.
Un episodio curioso che dimostra quanto il nome di Sinner sia ormai un simbolo di valore, non solo nel mondo del tennis.
Lo riporta IlMessaggero.it.