In merito all’articolo pubblicato il 9 febbraio 2025 su StatoQuotidiano.it, dal titolo “Manfredonia. Aggredì la moglie dopo un litigio, 48enne dal carcere ai domiciliari”, interviene l’avvocato Innocenza Starace del Foro di Foggia, legale della persona offesa, per fornire alcune precisazioni sulla vicenda.
L’avvocato Starace chiarisce che, allo stato attuale, non risulta comunicato alcun atto conclusivo delle indagini preliminari che possa escludere l’ipotesi di reato di tentato omicidio nei confronti dell’indagato. Pertanto, qualsiasi indicazione diversa non rispecchierebbe il quadro ufficiale della vicenda giudiziaria in corso.
Inoltre, la persona offesa ha dato il proprio consenso all’applicazione del braccialetto elettronico su se stessa, poiché convinta dell’efficacia di tale misura nel garantire un pronto intervento da parte delle forze dell’ordine in caso di avvicinamento da parte dell’imputato. Tuttavia, la donna non ha espresso alcun parere in merito alla possibilità di sostituzione della misura cautelare nei confronti dell’indagato, lasciando tale decisione interamente all’autorità giudiziaria.
Questa precisazione arriva in risposta a eventuali interpretazioni inesatte o incomplete della vicenda, con l’obiettivo di garantire una corretta informazione sui fatti e sulle posizioni assunte dalle parti coinvolte nel procedimento.
Restano dunque in corso gli accertamenti giudiziari per definire l’esatta configurazione del reato e la prosecuzione delle misure cautelari nei confronti dell’indagato.
Agli effetti dell’applicazione delle misure cautelari, il Tribunale della Libertà può dare al fatto una diversa qualificazione giuridica (Sezioni Unite).
Altroché!
L’imputazione (di tentato omicidio) rappresenta solo un “progetto di condanna” e non una sentenza di condanna.
Pertanto, come tale e’ provvisoria.
Il fatto che sia stata “travolta”, sia solo agli effetti dell’applicazione della misura cautelare, però, giuridicamente significa tanto.
Nessun atto conclusivo delle indagini … Bha!