MILANO – Dal primo arresto nel 1993 all’ultimo colpo del febbraio 2024, la carriera criminale di Pasquale Montanaro sembra essere stata segnata da un’incessante alternanza tra rapine e periodi di detenzione.
Il cinquantenne, originario di San Severo, in provincia di Foggia, è stato bloccato giovedì scorso dagli agenti del commissariato Greco Turro, subito dopo aver messo a segno l’ennesimo assalto, questa volta ai danni di una farmacia in viale Monza.
L’allarme è scattato alle 12.05, quando la centrale operativa di via Fatebenefratelli ha diramato un avviso urgente a tutte le pattuglie in servizio: “Rapina in farmacia”. Gli agenti della volante Adriatica bis, già conoscitori della zona e delle abitudini del sospetto, si sono diretti immediatamente verso la fermata Precotto della metropolitana M1, ipotizzando che il rapinatore avesse tentato la fuga utilizzando il convoglio in arrivo. L’intuizione si è rivelata esatta: Montanaro è stato intercettato a bordo di un vagone e fermato prima che potesse dileguarsi.
A incastrarlo sono stati alcuni dettagli inconfondibili. Oltre alla cicatrice sopra il sopracciglio, particolare noto alle forze dell’ordine, il rapinatore aveva con sé un vistoso ombrello rosso, descritto dai testimoni dell’assalto. Nelle tasche sono stati rinvenuti 450 euro in contanti, il bottino appena sottratto dalla cassa della farmacia, e un paio di forbici. Nel borsello nascondeva inoltre una seconda giacca, presumibilmente destinata a un cambio rapido per confondere eventuali ricerche. Le immagini della videosorveglianza interna della farmacia hanno confermato l’identità dell’autore del colpo: gli abiti indossati da Montanaro coincidevano perfettamente con quelli ripresi dalle telecamere.
“Sono io”, ha ammesso senza tentare scuse. Un’ammissione che ha accelerato il suo trasferimento nelle celle di sicurezza della questura, in attesa dell’udienza di convalida.
Un’escalation criminale lunga tre decenni
La carriera criminale di Montanaro ha radici lontane. Il primo reato noto risale a oltre trent’anni fa, quando aveva appena 19 anni. Da allora, ha inanellato una lunga serie di rapine aggravate, intervallate da arresti e periodi di reclusione. Tra i numerosi episodi che lo hanno visto protagonista, spicca l’arresto del marzo 2010, quando fu bloccato insieme a Salvatore Russo, pregiudicato di Scampia, per una sequenza di rapine a farmacie, banche e tabaccherie. All’epoca, durante l’interrogatorio, entrambi erano scoppiati in lacrime, confessando i quattordici colpi messi a segno in tre mesi per procurarsi soldi destinati all’acquisto di droga. Avevano dichiarato di voler cambiare vita, ma i fatti hanno raccontato una storia ben diversa.
Le banche dati delle forze dell’ordine registrano il nome di Montanaro con impressionante continuità: marzo 2011, dicembre 2011, marzo 2012, maggio 2012, dicembre 2013, agosto 2015, dicembre 2017, dicembre 2021, luglio 2022, dicembre 2022 e, infine, febbraio 2024. Ogni volta, la stessa dinamica: irruzione all’orario di chiusura, minaccia ai dipendenti con un’arma da taglio e imposizione di aprire la cassa con la classica frase: “Non muoverti, stai calmo e apri la cassa”.
Un ritorno inevitabile dietro le sbarre
L’ultimo arresto arriva in un momento paradossale della sua storia giudiziaria. Soltanto un anno fa, Montanaro aveva ottenuto dal Tribunale il via libera per l’affidamento in prova a una comunità terapeutica del Lodigiano, un’occasione che avrebbe potuto segnare la svolta nella sua esistenza. Invece, nonostante la misura alternativa, è tornato a delinquere.
Ora, dopo l’ennesimo colpo, il suo destino appare già segnato: il cinquantenne è stato condotto nel carcere di San Vittore, dove attenderà il processo. Le accuse a suo carico sono gravi e le immagini della videosorveglianza forniscono prove schiaccianti. Ancora una volta, la sua storia si ripete. E ancora una volta, le sbarre di una cella si chiudono alle sue spalle.
Lo riporta IlGiorno.it