Foggia, 17 febbraio 2025. Attesa per il 24 marzo 2025 una decisione sul rinvio a giudizio dei 9 imputati, interessati dall’ordinanza a firma del Gip del Tribunale di Foggia, relativa all’operazione “Giù le mani”, con 7 misure cautelari eseguite il 9 marzo 2024 dai finanzieri della Compagnia di Manfredonia a carico di altrettanti indagati, “per le ipotesi di reato a vario titolo di estorsione, concussione e corruzione, peculato, falso, lesioni personali, minacce e violenza privata“.
Tre come risaputo i filoni delle indagine che interessò al tempo politica e imprenditoria di Manfredonia:
il primo relativo ad episodi di violenza ed intimidazione che sarebbero stati posti nell’ambito dell’ASE SpA (focus).
Il secondo filone relativo all’autorizzazione all’esercizio di un’attività di onoranze funebri (focus) da parte di una già destinataria di provvedimento interdittivo antimafia, e che, per il tramite di un prestanome, avrebbe eluso il divieto proseguendo nell’attività di impresa.
Il terzo, relativo alla vicenda del ristorante in località Acqua di Cristo ad insegna “Guarda che Luna” e “alle azioni finalizzate a contrastare la sua rimozione (focus)“.
Stamani, 17 febbraio, al termine dell’udienza, il Gup del Tribunale di Foggia ha disposto la lettura del verbale dell’udienza e ha rinviato la decisione sul rinvio a giudizio al 24 marzo, quando il Tribunale di Foggia si pronuncerà sulla posizione dei nove imputati.
I pubblici ministeri Giuseppe Mongelli e Roberto Galli hanno insistito per il rinvio a giudizio di Fatone Michele, Fatone Raffaele (filone ASE), Romito Grazia, Rotolo Luigi, Angelo Salvemini (filone autorizzazione attività di onoranze funebre), Galantino Giuliana Maria, Romito Michele Antonio (filone “Guarda che Luna”), Rotice Giovanni, Rotice Michele (imputati di corruzione elettorale con Romito Michele Antonio in concorso con i Rotice, e di tentata concussione in concorso con l’ex assessore Salvemini), sostenendo che la documentazione depositata dalle difese non sia tale da incidere sulla richiesta di rinvio a giudizio.
Gli avvocati delle difese hanno presentato le loro argomentazioni. I legali di Galantino hanno sostenuto che il reato contestato non sussiste in alcun modo. Gli avvocati di Romito Michele Antonio hanno evidenziato alcuni sviluppi successivi all’ordinanza, tra cui un provvedimento del Gup di Foggia nei confronti di Antonicelli, già dirigente comunale. Sebbene il procedimento a carico di Antonicelli sia stato archiviato per intervenuta prescrizione, il giudice ha riconosciuto che la relazione redatta dallo stesso ingegnere Antonicelli nel caso “Guarda che Luna” – non corrispondeva al vero e pertanto falsa (Romito aveva denunciato Antonicelli per falso)utilizzata nei giudizi amministrativi davanti al TAR.
In particolare, sulla base di tale relazione, il TAR nel 2018 e nel 2019 aveva respinto il ricorso di Romito, ritenendo attendibile la ricostruzione dei fatti fornita da Antonicelli. Già nel 2020 la sentenza penale del tribunale di Foggia sul caso “Guarda che Luna” aveva accertato la insussistenza delle violazione contestate tra cui le “pareti” di cui alla relazione dell’ ing. Antonicelli.
La difesa di Romito ha inoltre sollevato la questione dell’opportunità di affidare indagini e l’analisi delle intercettazioni a un maresciallo della Guardia di Finanza in servizio a Manfredonia, marito dell’avvocato Totaro Teresa, dell’Avvocatura Comunale, anch’essa denunciato da Romito per falso per la vicenda “Guarda che Luna”
Come detto, al termine dell’udienza, il Gup ha rinviato la decisione sul rinvio a giudizio al 24 marzo.