Si è svolta a New York una nuova udienza preliminare per Luigi Mangione, il 26enne accusato dell’omicidio di Brian Thompson, CEO di United Health Care, la più grande compagnia di assicurazioni sanitarie negli Stati Uniti. Il processo ha attirato un’enorme attenzione mediatica e ha diviso l’opinione pubblica americana tra chi sostiene Mangione e chi lo considera un assassino senza scrupoli.
Una folla in attesa fuori dal tribunale
Davanti al tribunale si sono radunate centinaia di persone, molte con cartelloni che chiedevano la liberazione dell’imputato. Una donna ha raccontato di aver viaggiato dal Kansas solo per poterlo vedere entrare in aula, segno di quanto il caso abbia scosso il paese.
Le accuse contro Mangione
L’omicidio è avvenuto lo scorso dicembre davanti a un albergo di New York. Secondo l’accusa, Mangione avrebbe studiato per settimane i movimenti della vittima, scegliendo con attenzione il momento giusto per colpire. Tuttavia, le telecamere di sorveglianza hanno ripreso l’assassino nei pressi dell’hotel, permettendo agli inquirenti di identificarlo. Un dipendente di un McDonald’s, dove Mangione si era fermato durante la fuga, ha fornito una testimonianza decisiva per la sua cattura.
Un caso che divide l’America
L’omicidio ha riacceso il dibattito sulla sanità privata negli Stati Uniti. Le compagnie assicurative, accusate di arricchirsi negando le cure ai cittadini, sono nel mirino dell’opinione pubblica, e il fatto che anche Mangione fosse affetto da una patologia spinale non coperta dall’assicurazione ha contribuito a creare un’aura di “rivolta sociale” intorno alla sua figura.
Le autorità hanno espresso in aula il proprio disappunto per il sostegno ricevuto dal 26enne subito dopo il delitto. Tuttavia, il numero di persone che lo considera una sorta di simbolo di protesta contro il sistema sanitario continua a crescere.
L’intervento della difesa: “Stanno usando la pena di morte come minaccia”
Nel corso dell’udienza sono state analizzate le prove chiave contro l’imputato, tra cui tracce di DNA, verbali di polizia e fotografie del luogo del delitto. Mangione è rimasto in silenzio, ascoltando attentamente la sua avvocata, Karen Friedman Agnifilo, che ha denunciato un trattamento ingiusto nei confronti del suo assistito.
“Ha tre processi in corso e viene trattenuto in una prigione federale. Dovrebbe essere trasferito in una prigione statale, dovrebbe potersi sedere in aula senza manette e parlare regolarmente con i suoi legali, ma questo non accade”, ha dichiarato la legale. “Il giudice dice di non avere problemi a ricollocarlo, allora perché non viene fatto? Stanno cercando di far pendere sulla sua testa la pena di morte”.
Mangione dovrà affrontare tre processi distinti, uno a livello statale a New York, uno federale e uno in Pennsylvania. L’iter giudiziario si preannuncia lungo e complesso, con una nazione intera a osservare il suo destino.
Lo riporta FanPage.