FOGGIA – Le produzioni agro industriali della provincia di Foggia, a cominciare dal pomodoro, sono a rischio.
Per quest’anno insomma con ci sarà acqua per l’agricoltura foggiana.
Lo ha confermato il presidente del Consorzio di bonifica di Capitanata Giuseppe De Filippo nella recente audizione in Regione. Dell’argomento si discuterà anche martedì in Consiglio regionale.
“Una situazione drammatica – ha detto il consigliere regionale Tutolo – che mette in crisi il sistema agricolo della provincia e che avrà un impatto negativo sul suo Pil di almeno un miliardo e 400milioni, senza considerare l’indotto, su un totale di circa 7 miliardi di euro”.
Quanto evidenziato dal presidente De Filippo non è rassicurante: non solo è già previsto che non ci sarà da parte del Consorzio possibilità di effettuare l’attività di irrigazione, che interessa un terzo del territorio di riferimento a fronte di due terzi non serviti, ma la Regione dovrà prevedere la posta in bilancio per coprire le mancate entrate che interesseranno il Consorzio in base alla legge 4 del 2012, nella quale si stabilisce che “la Regione, negli anni caratterizzati da scarsità di risorsa idrica disponibile che determini la riduzione della quantità di acqua distribuita o addirittura un mancato esercizio della stagione irrigua, interviene, con legge di bilancio, per il ripiano del deficit della gestione dell’irrigazione”.
«Per il breve periodo – ha spiegato il direttore generale del Consorzio Francesco Santoro – sembra anche difficile poter contare sul ventilato accordo con il Molise, in quanto in quella regione si dovrebbe realizzare un allestimento che al momento non ha copertura finanziaria.
Tuttavia l’accordo, se attuato, permetterebbe di incamerare le eccedenze di acqua del Molise da destinare interamente all’agricoltura.
Nel lungo periodo si dovrebbe procedere alla progettazione della diga di Palazzo d’Ascoli, nel Basso Tavoliere, per la quale ci sono 8 milioni di investimento, ma i tempi sono estremamente lunghi.»
“Bisogna pensare a una gestione pluriennale degli invasi – spiega il direttore dell’are Ingegneria del Consorzio Raffaele Fattibene – noi gestiamo quattro dighe che possono accumulare 300milioni di metri cubi negli anni in cui piove. In genere cadono circa tre miliardi di metri cubi di acqua, noi quindi riusciamo ad invasarne soltanto il 10%.
Dei 300milioni di metri cubi diamo 60 milioni ad Aqp e con gli altri 240 milioni copriamo i 140mila ettari irrigati.
La risorsa disponibile non permette l’allargamento dei comprensori irrigui.
Con l’ampliamento degli invasi non solo potremmo affrontare la gestione pluriennale necessaria ad assorbire e bilanciare le crisi periodiche ma potremmo anche ampliare i comprensori”.
Lo riporta lagazzettadelmezzogiorno.it