Nel decennale della scomparsa e a pochi giorni dal 19 marzo, quando Pino Daniele avrebbe compiuto settant’anni, la presentazione del libro dal titolo “Pino Daniele Napoli e l’anima della musica, dal Mascalzone Latino a Giogiò” (Edizioni San Paolo) di Pietro Perone.
Un incontro denso di significato nel Circolo Unione di Lucera divenuto il “bar Marroni”, uno dei set del film “Le vie del Signore sono finite” di Massimo Troisi di cui Pino curò l’intera colonna sonora per sugellare la profonda amicizia che lo univa a Massimo.
Interverranno, oltre all’autore
𝐃𝐀𝐕𝐈𝐃𝐄 𝐆𝐑𝐈𝐓𝐓𝐀𝐍𝐈, giornalista
𝐌𝐈𝐂𝐇𝐄𝐋𝐄 𝐃𝐄𝐃𝐃𝐀, chitarrista
Saluti di 𝐒𝐈𝐋𝐕𝐈𝐎 𝐃𝐈 𝐏𝐀𝐒𝐐𝐔𝐀, presidente del Circolo.
Viaggio nella Napoli di ieri e di oggi attraverso i brani di Pino Daniele che continuano a parlarci del presente. Le più “carte sporche” di una città amata e criticata senza mai perdere la speranza nel cambiamento.
Il racconto dei luoghi, sospesi tra colera e terremoto, in cui lo straordinario artista trova ispirazione per le prime, intramontabili canzoni di sferzante denuncia. Poi, momento per momento, lo storico concerto del 1981 con duecentomila giovani arrabbiati e sognanti, ma anche le molte delusioni patite in una metropoli rivelatasi troppo spesso matrigna, motivo per cui Pino Daniele sceglie di allontanarsi e ora le sue ceneri sono custodite a Magliano in Toscana.
Omaggio a un poeta della modernità, che sognava di tornare nei suoi vicoli, “a casa di mammà”, come spesso ripete sulla spiaggia di Sabaudia durante brevi ma intensi dialoghi con l’autore. Finalmente in una Napoli libera e non più illuminata da un “sole amaro”, luogo in cui un musicista ventiquattrenne, Giovanbattista Cutolo, detto Giogiò, viene ucciso senza un perché. Muoveva i primi passi della carriera proprio negli stessi vicoli in cui è partita la straordinaria avventura umana e artistica del “Mascalzone latino” che in Faccia Gialla si rivolge a San Gennaro, preghiera laica per chiedere al Santo patrono di liberare la propria terra dalla camorra. Brano scritto nel 1989 quando Daniele intuisce la deriva, anche culturale, della sua città.
Pino, simbolo intramontabile di più generazioni poi tradite dalla politica e forse sconfitte dalla storia, ma che non smettono di credere che Arriverà l’aurora.
Pietro Perone, giornalista, è caporedattore de Il Mattino di Napoli. Segue le vicende politiche del nostro Paese, dopo essersi occupato di criminalità organizzata e aver seguito l’inchiesta sul delitto del collega Giancarlo Siani che ha portato alle condanne di mandanti e killer. Ama la sua città, conosce il suo straordinario carattere e, anche grazie allo sguardo disincantato di un artista come Pino Daniele, non teme di chiamare con il loro nome le sue tragiche contraddizioni. È autore del libro “Don Riboldi, il coraggio tradito”, edizioni San Paolo, dedicato alla figura del vescovo anticamorra a quarant’anni dalla prima rivolta dei giovani contro le mafie.