FOGGIA – “Se potessi ucciderti, ti ucciderei”. “Ti spezzo a metà”. “Fai una cosa, suicidati”. Sono alcune delle frasi riportate nelle carte dell’inchiesta sui presunti maltrattamenti ai danni di 28 pazienti, quasi tutte donne e con deficit cognitivi, ricoverati nell’ex ortofrenico del Don Uva di Foggia.
A distanza di due anni la Procura di Foggia ha chiuso le indagini. Sono complessivamente 32 gli indagati: si tratta di infermieri, educatori, operatori socio sanitari e di un addetto alle pulizie.
Sessantanove sono invece i capi d’accusa contestati, quello più grave è il maltrattamento sistematico di pazienti invalidi e disabili, che per quelle che sono le accuse sarebbero stati sottoposti a percosse, molestie, ingiurie e umiliazioni.
Violenze che – sempre a parere dell’accusa – erano rivolte anche agli altri degenti, costretti ad assistere alle aggressioni. Tra le contestazioni anche 63 episodi di sequestro di persona e un tentativo di sequestro, con i pazienti che sarebbero stati chiusi nelle stanze per impedirgli di vagare nei corridoi di notte.
In più tre presunti episodi di violenza sessuale, contestazioni mosse a carico di tre indagati, una delle quali accusata di aver assistito senza intervenire alle molestie su una paziente.
L’operazione, denominata “New Life”, portò all’alba del 24 gennaio del 2023, all’esecuzione di 15 arresti, tra cui 7 in carcere ed un’altra quindicina di divieti di avvicinamento alle vittime o alla struttura. Le contestazioni si basano sulle immagini registrate dalle telecamere installate dai Carabinieri nei reparti.
I vertici di Universo Salute, a capo del Don Uva, hanno collaborato sostenendo nelle indagini gli inquirenti. Per gli indagati ci sono ora 20 giorni a disposizione per la presentazione delle memorie difensive o per la richiesta di interrogatori.
Poi toccherà alla Procura della Repubblica di Foggia decidere sugli eventuali rinvii a giudizio.
Lo riporta telesveva.it