FOGGIA – Cresce il fronte dei no vax in Puglia. E non solo nel senso che c’è chi osteggia – come accaduto negli anni della pandemia da covid – l’obbligatorietà della dose contro il Coronavirus.
Ma nella direzione per cui tra i bambini nati nel 2021, a due anni di età un bimbo su dieci non ha ricevuto nemmeno i vaccini obbligatori.
E la Puglia vince – si fa per dire – il premio della regione con meno bimbi vaccinati in Italia, appena davanti alla Sicilia.
Sarà l’effetto covid, con tutte le polemiche che ne sono seguite e l’avanzare di un movimento che sostiene la tesi dell’inutilità (e della dannosità) del vaccino, ma il Sud indietreggia parecchio.
Dalla Puglia alla Sicilia, tenendo dentro anche la Sardegna, il numero di bimbi che hanno ricevuto l’esavalente o la quadrivalente è sempre inferiore.
Il 10% non è vaccinato
E si arriva, così, a quel 10% di non vaccinati che oggi sembra scavare un solco con il passato. I dati forniti dal Ministero della Salute negli scorsi giorni spiegano la riduzione a livello nazionale dello 0,39 per cento per il vaccino esavalente, si registra uno 0,24 per cento in più per il quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia, varicella) che ha una copertura del 94,6%.
Il primo vaccino può essere somministrato dai pediatri a partire dal terzo mese di età, il secondo dal secondo anno di vita. Entrambi sono stati resi obbligatori nel 2017 per l’iscrizione a scuola. Ma sembra che ai novelli genitori che non credono nella somministrazione delle dosi, questo non importa.
I dati dei singoli vaccini
Il Ministero ha fornito tutti i dati dei singoli “antidoti” a 24 mesi dalla nascita. Le rilevazioni sono state fatte nel 2023 (solo l’anno prossimo si avranno i dati del 2024) e si riferiscono, quindi, ai nati nel 2021. Così la copertura in Puglia: 90,36% per la polio; 90,36% difterite; 90,36% tetano; 90,36% pertosse; 90% morbillo; 90% rosolia; 89% varicella. E in Sicilia: 89,44 polio; 89,44% difterite; 89,44% tetano; 89,44% pertosse; 90,79% morbillo; 90,78% rosolia; 90,12% varicella. Anche in Sardegna la situazione è simile: 91,82% polio; 91,83% difterite; 91,83% tetano; 91,83% pertosse; 91,96% morbillo; 91,96% rosolia; 91,40% varicella. La media del 90% fa sì che la Puglia sia la regione con i numeri peggiori in Italia. E a livello nazionale? Detto del calo, ci sono territori che invece mostrano una crescita. “La copertura nazionale nei bambini nati nel 2021 nei confronti della polio (usata come proxy per le vaccinazioni contenute nell’esavalente) torna a scendere sotto il 95% (94,76%).
Le regioni che superano il 95% sono 13 e 2 Regioni/PA hanno una copertura inferiore al 90%. Continua a migliorare la copertura per la prima dose di vaccino contro il morbillo, pari al 94,64%, con un aumento dello 0,24% rispetto all’anno precedente. Le regioni che superano il 95% sono 10″, spiega in un breve documento di commento il Ministero. Nella Puglia che scopre che le famiglie no vax crescono, sono almeno due gli aspetti che fanno riflettere. Il primo è la forte differenza territoriale nella copertura vaccinale. Tanto per fare alcuni esempi: in Friuli Venezia Giulia si arriva al 97,9% di media di copertura per i bimbi di due anni nel 2023. In Emilia Romagna si supera il 97%, in Lombardia ci si ferma al 96,7%. E anche nella Provincia Autonoma di Bolzano, che è ferma all’86%, c’è un incremento piuttosto significativo. E poi c’è anche il fattore temporale. Spulciando sul sito del Ministero i vecchi report sulla copertura vaccinale, si scopre che 25 anni fa i bimbi vaccinati contro polio, difterite, tetano, pertosse ed epatite erano la quasi totalità del campione. Anche in Puglia si superava il 99% di copertura. Erano tempi nei quali non era ancora contemplata la parola “no vax”. E in una classe di scuola elementare capitava di ritrovarsi – quasi sempre – solo bimbi vaccinati. Oggi, invece, in una classe da 20 ve ne sono – statisticamente – due senza alcun vaccino.
Lo riporta quotidianodipuglia.it