FOGGIA – La mafia del Gargano allunga i suoi tentacoli su nuovi settori economici, espandendo la propria influenza ben oltre i tradizionali traffici illeciti.
Secondo quanto emerso dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda), i clan — in particolare quelli di San Severo — hanno diversificato i loro affari, puntando non solo sul traffico di rifiuti ma anche sui fondi europei destinati ai pascoli e alla transumanza nell’Alto Molise.
Le attività criminali seguono una mappa ben definita: i gruppi di San Severo e Cerignola sono specializzati nel furto di auto di lusso, alimentando il mercato nero dei ricambi. I cerignolani, inoltre, si distinguono per le incursioni armate contro portavalori, bancomat e caveau, dimostrando un’organizzazione capillare e violenta.
La mafia garganica, dal canto suo, ha spostato l’attenzione sui pascoli, un settore insospettabile e apparentemente lontano dai circuiti criminali tradizionali. L’obiettivo? Accedere ai fondi europei destinati all’agricoltura e all’allevamento, sfruttando terreni e attività legate alla transumanza per incassare sussidi comunitari. Un vero e proprio business che mescola pratiche illecite e finanza pubblica.
Non manca l’investimento nei settori più tradizionali del riciclaggio. Gli affiliati della Società foggiana, storicamente attivi nel controllo del territorio e nell’usura, hanno esteso le loro operazioni anche in Abruzzo, collaborando con le mafie locali per offrire “consulenze” criminali e gestire il denaro sporco.
Le indagini proseguono, ma il quadro delineato dalla Dda conferma un’evoluzione della criminalità organizzata pugliese: meno visibile nelle strade, più radicata nei settori economici strategici, sempre pronta a intercettare i flussi di denaro pubblico. Un sistema che sfida le istituzioni, sfruttando le falle della burocrazia e i finanziamenti destinati allo sviluppo rurale per alimentare un impero criminale in continua espansione.
Lo riporta lagazzettadelmezzogiorno.it