TREVISO – Nonostante la bufera mediatica sollevata dalla scoperta del suo profilo su OnlyFans, Elena Maraga, maestra d’asilo trevigiana, non intende rinunciare alla sua professione.
Attraverso i suoi legali, Maurizio Curini e Carlo Salvini, ha ribadito la volontà di rientrare in classe, determinata a proseguire il suo lavoro educativo.
Il sostegno dei genitori
Mentre la scuola resta in silenzio, una parte della comunità locale si mobilita a favore della maestra.
Numerosi genitori, colpiti dal suo impegno e dalla dedizione verso i bambini, hanno avviato una raccolta firme per sostenerla.
La loro posizione è chiara: la vita privata di Maraga non dovrebbe influire sul giudizio della sua professionalità.
La battaglia legale
I legali della maestra sottolineano che non sussistono motivi per provvedimenti disciplinari.
“Non vi è alcun contenuto pornografico e la sua attività privata non incide sulle capacità professionali,” hanno dichiarato Curini e Salvini.
Hanno inoltre evidenziato che la diffusione non autorizzata della notizia ha aggravato la situazione, sollevando interrogativi sulla tutela della privacy.
Questione etica e diritti dei lavoratori
Il caso ha aperto un acceso dibattito tra diritto alla privacy e moralità pubblica.
Alvise Sponza, segretario generale della Cgil Flc di Treviso, ha difeso Maraga affermando che nessun contratto vieta ai docenti di svolgere attività legali al di fuori dell’orario lavorativo.
“La legge è dalla sua parte,” ha dichiarato Sponza, mettendo in discussione gli stereotipi legati al ruolo degli insegnanti.
L’eco sui social
Parallelamente alla sospensione dall’incarico, la popolarità di Maraga sui social media è esplosa.
I suoi follower su Instagram sono aumentati vertiginosamente e il suo profilo privato è stato riattivato. Un’ondata di curiosità e solidarietà che conferma quanto il caso abbia toccato l’opinione pubblica.
Riflessioni e prospettive future
Il caso di Elena Maraga si inserisce in una discussione più ampia sulla linea di confine tra sfera privata e professionale, soprattutto per chi ricopre ruoli socialmente delicati come l’insegnamento.
La vicenda potrebbe segnare un precedente importante, con ripercussioni non solo per Maraga, ma per l’intero mondo scolastico.
Resta da vedere come si evolverà la situazione.
Ciò che è certo è che la determinazione della maestra e il sostegno della comunità potrebbero riscrivere le regole — e le percezioni — sulla vita privata dei lavoratori del settore educativo.
Lo riporta 41esimoparallelo.it