Addio a Francesco Benozzo, professore e musicista contro il Green Pass
Francesco Benozzo, docente universitario, poeta e musicista, è scomparso improvvisamente nella notte tra il 22 e il 23 marzo nella sua abitazione di Ligorzano di Serramazzoni, nell’Appennino modenese. Aveva 56 anni. Professore di Filologia e Linguistica all’Università di Bologna, lascia due figli.
Un intellettuale tra accademia, musica e poesia
Figura di spicco nel panorama culturale italiano e internazionale, Benozzo era autore di oltre 800 pubblicazioni scientifiche, opere poetiche e dischi. Polistrumentista con una predilezione per l’arpa celtica, ha unito nella sua carriera la ricerca accademica con l’espressione artistica. Dal 2015 era stato candidato ogni anno al Premio Nobel per la Letteratura su segnalazione del PEN International. All’Università di Bologna coordinava il dottorato in Studi letterari e culturali e guidava progetti di ricerca inter-ateneo. Negli ultimi anni aveva approfondito studi sullo sciamanesimo e collaborava con la testata La Pressa.
L’opposizione al Green Pass e le battaglie contro le misure pandemiche
Benozzo divenne noto anche per il suo netto rifiuto del Green Pass, posizione che nel 2021 gli costò l’allontanamento e la sospensione per sette mesi dall’ateneo bolognese. Convinto oppositore delle misure sanitarie legate alla pandemia da Covid-19, promosse appelli pubblici e contribuì alla nascita di iniziative come l’Osservatorio contro la Sorveglianza di Stato e il Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina.
Una voce radicale e coerente
Definitosi anarchico, Benozzo ha sempre mantenuto una posizione ferma e coerente nelle sue battaglie, anche quando scomode. La sua scomparsa rappresenta una perdita significativa per il mondo accademico e culturale italiano, lasciando un vuoto tra chi ha condiviso il suo pensiero e chi ne ha riconosciuto il valore intellettuale.
📌 Fonte: BolognaToday