ROMA – Con l’approssimarsi del Conclave, previsto per l’inizio di maggio, l’attesa per l’elezione del nuovo Pontefice cresce anche sui mercati delle scommesse internazionali.
Mentre in Italia è vietato puntare sull’elezione del Papa, all’estero il toto-Papa è diventato un vero e proprio fenomeno globale, con milioni di dollari in gioco.
Secondo i dati della piattaforma Polymarket, il mercato “Who will be the next Pope?” ha già superato i 4,5 milioni di dollari, segnando un record assoluto.
Non solo fedeli: a puntare sono appassionati di politica vaticana, analisti e semplici curiosi da tutto il mondo.
Parolin in testa, incalza Tagle
Al momento, il favorito per succedere a Papa Francesco – scomparso il 21 aprile – è il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano.
Le sue probabilità di elezione sono stimate al 31%, con quote oscillanti tra 1.8 e 2.5.
Subito dietro, con il 23%, il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, considerato un simbolo della crescita del cattolicesimo in Asia e potenziale rappresentante di un Papato più “globale”.
Gli outsider: Erdő, Turkson e Zuppi
Tra i candidati meno quotati ma comunque osservati speciali ci sono:
Péter Erdő (Ungheria): 10% di probabilità – stimato teologo, figura di spicco nell’Europa dell’Est;
Peter Turkson (Ghana): 10% – già papabile in conclavi precedenti, potrebbe rappresentare una storica elezione africana;
Matteo Zuppi (Italia): 10% – presidente della CEI, noto per il suo impegno per la pace e il dialogo interreligioso.
Scommesse da record, ma non in Italia
Parolin guida anche per volume di puntate: oltre 1,3 milioni di dollari scommessi sul suo nome, seguito da Tagle (800mila dollari). Erdő e Turkson superano i 350mila dollari, mentre Zuppi cresce costantemente, attestandosi sui 270mila.
In Italia, però, il toto-Papa resta fuori legge. La normativa ADM (ex AAMS) vieta scommesse su eventi religiosi, considerati “non oggettivamente verificabili” e incompatibili con la dignità del fatto sacro.
Nessuna piattaforma legale nel Paese consente quindi di puntare sull’esito del Conclave.
Tra curiosità globale e polemiche etiche
Il fenomeno, tuttavia, solleva interrogativi etici. C’è chi lo considera una forma di coinvolgimento popolare, chi invece lo giudica irrispettoso verso un momento di profonda spiritualità.
In ogni caso, l’attenzione mediatica è altissima e il toto-Papa si conferma un termometro dell’interesse – e delle tensioni – attorno al futuro della Chiesa cattolica.
Parolin resta il nome più accreditato, ma come recita il proverbio tornato d’attualità in queste ore, “Chi entra Papa, esce cardinale.” A decidere, come sempre, sarà lo Spirito Santo – non le quote.
Lo riporta tgcom24