Roma, 22 aprile 2025 – Redazione Il Sole 24 Ore (FONTE)
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo alla modifica della norma che disciplina il calcolo degli acconti Irpef per l’anno 2025. Con l’approvazione del nuovo decreto legge, il Governo interviene per chiarire e allineare la normativa alla riforma fiscale già avviata, stabilendo che il calcolo degli acconti sarà effettuato sulla base delle tre nuove aliquote Irpef, in vigore dal 2024, e non secondo le quattro precedentemente applicate.
La misura si è resa urgente per evitare disallineamenti in vista dell’imminente disponibilità, prevista entro il 30 aprile, delle dichiarazioni precompilate da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il provvedimento, che corregge una lacuna normativa segnalata da diversi centri di assistenza fiscale, è entrato in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Leo: “Un intervento tempestivo a tutela dei contribuenti”
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha sottolineato l’importanza dell’intervento: “Il decreto garantisce chiarezza e coerenza normativa in tema di acconti Irpef. Nessun acconto sarà dovuto per i lavoratori dipendenti e i pensionati privi di ulteriori redditi, evitando aumenti del carico fiscale. Era fondamentale intervenire in tempo utile per la compilazione dei modelli 730 e per evitare errori nei versamenti”.
Il chiarimento si è reso necessario per correggere un disallineamento tra il decreto legislativo attuativo della riforma fiscale, che prevedeva la riduzione temporanea delle aliquote solo per il 2024, e la legge di bilancio 2025, che ha invece reso permanente il passaggio da quattro a tre scaglioni Irpef.
Coperture garantite per 245 milioni
Per l’anno in corso, l’intervento è finanziato con una riduzione equivalente del Fondo previsto dalla legge di bilancio 2024, mentre per il 2026 sono previsti oneri pari a 245,5 milioni di euro, coperti attraverso una riduzione del Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente.
Consulta dei Caf: “Segnale di semplificazione e giustizia fiscale”
Giovanni Angileri, presidente Caf Uil e coordinatore della Consulta dei Caf, ha espresso soddisfazione per l’approvazione del decreto: “È un segnale positivo di attenzione verso milioni di contribuenti, in particolare i più esposti. Tuttavia, va riconosciuto che il ritardo nell’intervento ha generato difficoltà operative per Caf e cittadini”.
Cgil: “Bene sugli acconti, ma servono correttivi anche sul cuneo”
Anche la Cgil accoglie con favore il provvedimento, ma rilancia l’allarme su un altro fronte. Secondo il segretario confederale Christian Ferrari e Monica Iviglia, presidente del consorzio nazionale Caaf, resta aperta la questione legata alla penalizzazione subita dai redditi tra gli 8.500 e i 9.000 euro annui, esclusi dagli effetti positivi della defiscalizzazione del cuneo contributivo. “Chi percepisce queste somme rischia di perdere fino a 100 euro al mese dal gennaio 2025. Serve un intervento urgente anche su questo punto per rispettare gli impegni assunti dal Governo”, affermano i rappresentanti del sindacato.
Un risparmio fino a 260 euro per i contribuenti
Secondo le prime stime, la correzione normativa potrebbe garantire a molti contribuenti un risparmio significativo: fino a 260 euro in meno di acconto Irpef per chi rientra negli scaglioni più bassi e non possiede redditi aggiuntivi. Una misura che si inserisce nel più ampio disegno di riforma fiscale orientato alla semplificazione e alla progressività, in linea con i principi costituzionali.