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Al galoppo di un cavallo senza testa. Il parco di Via Consagro

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
21 Gennaio 2011
Capitanata-territorio //

Il parco di Via Consagro. Tutto a posto? (ST)
Foggia – CON la pioggia ed il freddo riuniti in un sabba di malinconia, Foggia diventa, probabilmente, la città meno visitabile della sfera mondo. La viabilità s’intasa, i fossi rigurgitano acqua piovana, le norme vanno ad inchinarsi ai piedi di Sua Eccellenza la Fretta, e del suo valvassore la frenesia.

C’è una piccola oasi di pace in questo caos. Una zona verde, dove gli uccellini riescono ancora a cinguettare pur stando la cappa di tristezza a circondare il mondo. In verità, Via Consagro rasenta soltanto gli standard di beatitudine. Ad un tiro di schioppo regnano disagio ed asfalto. Roba che il solo rimirare induce a sproloquiare per un’intera giornata. Si ride, ma sono problemi per le minoranze silenziose. È quel girone infernale in cui patiscono i peccatori pedonali, color che troppo vollero percorrer le vie, e i disabili (quella schiera pretenziosa che volea far del suo cammino una discesa). È Via Paolo Telesforo, appendice finale di quelle carrabili notoriamente conosciute come “le tre corsie”. Roboanza dauna metropolitana. Qui è come vigesse un codice della strada alternativo. Si parcheggia in doppia fila, meglio se in curva o sugli attraversamenti pedonali; carico e scarico lo si effettua in corrispondenza delle discese per le carrozzelle; velocità consentita: 80 chilometri orari. Anche 100, se di notte.

L'ingresso del parco giochi. Che c'è scritto? (ST
Ecco, Via Consagro è una veranda con vista su questa blasfema cittadinanza (sono i problemi che altrove indispettiscono e che, in terra nostrana, si commutano in habitude sghignazzante). Nell’oasi di cui sopra, amministrazioni zelanti posero, a memoria dell’infanzia, un piccolo parco giochi. Nulla a che vedere, in ogni caso, con quello di Via De Petra. Si tratta di uno straccio di verde affogato negli alberi che, a differenza di quello, per lo meno non muore nello squallore. Vivaddio, vige un brandello di decoro. Eppure neppur si prova ad affacciarsi, che, il tabellone d’ingresso, sbiadito, è un pessimo annuncio. Frantumato a pietrate. Fermiamo qualche residente, per rivangar nella loro memoria a quanto risalga l’antichità di quel gesto. La risposta è sempre la stessa. Che si domandi a signore con buste a carico o a gentiluomini intrizziti dal freddo, impera la concordia: “Da sempre”.

Copyright? (ST)
Molti di loro, non v’hanno mai portato i nipoti. “Non hanno mai tempo ed il computer assolve, purtroppo, alla mansione” sorride una vecchina. Non sentono quello spazio come una proprietà comune. A frequentarlo sono soprattutto ragazzi, in prevalenza adolescenti lo si deduce con ovvia semplicità dalle medesime scritte dementi sparse in giro. Ogni altalena, ogni scivolo, ogni dondolo, ogni panchina, ogni cosa, insomma, è macchiata da un incomprensibile segnaccio in spray. Un’appartenenza confermata poi da ulteriori tratti a pennarello. Come pisciate di cani a due zampe. Proviamo ad appoggiare una mano su di un’altalena. Ritirandola, ci accorgiamo che qualcosa macchia. Facile, a questo punto, dedurre dalle teorie i fatti della scarsa frequentazione.

Tanto più perché, anche se in misura estremamente minore, la distruzione è arrivata anche qui. Lo segnala, leggendo il pezzo pubblicato da Stato su Via De Petra, un’abitante del quartiere. “Quello [il parco, NdR] vicino casa mia resiste. Hanno fatto fuori SOLO [sic] due altalene e decapitato il cavallo”.

"Hanno decapitato il cavallo" (ST)
Delle due altalene citate dalla lettrice, asportate in circostanze misteriose, resta soltanto la struttura verde di mantenimento. Per quel che concerne il cavallo – si tratta di uno di quei dondoli lunghi su cui ci si possono sedere in sei sette bambini – sopravvive soltanto la miseria del “corpo”, riassunta in una lastra di metallo rossolaccata. Sono inoltre stati asportati entrambi i cestini per i rifiuti. Asportati sì, ma mai sostituiti con dei nuovi. Come dire, niente di irreparabile, per ora. Niente che un intervento tempestivo possa risolvere. Prima che – leggi Via De Petra – la degenerazione prevalga ancora.


p.ferrante@statoquotidiano.it

16 commenti su "Al galoppo di un cavallo senza testa. Il parco di Via Consagro"

  1. Quel parco è una triste realtà, dove fino all’estate scorsa vi ho portato i miei figli a giocare solo sugli scivoli e su ALCUNE altalene ….chissà se potremo tornarci l’estate prossima.

  2. L’URLO DISPERATO DI UNA PANCHINA ABBANDONATA…!!!!!! E’ LA STORIA GROTTESCA DI UNA PANCHINA METROPOLITANA,APPENA INSTALLATA ,(STILE ULTRA MODERNO,MOLTO BELLA),RICOPERTA DI M….EFFETTO CASCATA!!! “DONO”DI ZINGARATE GESTA.VI INVIDIO QUELLO SPICCHIO DI VERDE;LOTTATE TUTTI E DIFENDETE IL VOSTRO TERRITORIO CREANDO SPAZI VERDI DA RISPETTARE.

  3. Purtroppo, anche quel po’ di verde che resiste in questa zona che sta diventando sempre più terra di speculazione edilizia, non se la passa tanto bene!! ci ho portato i miei nipoti la settimana scorsa e devo dire che lo ricordavo in condizioni migliori. Mi è venuta voglia di prendere un pennello e dipingere ovunque le altalene arruginite e di sostituire o riparare alcuni giochi rotti.Non so se esista già un COMITATO DI QUARTIERE dalle nostre parti, ma se non c’è, perchè non lo fondiamo??Si dice che L’UNIONE FA LA FORZA e penso che sia proprio così!!Se non tuteliamo in qualche modo anche le cose che possono sembrare minime come un parco giochi, che futuro e che città vogliamo avere??!!Non si può sempre lasciar fare agli altri;quando si vuole una cosa, bisogna rimboccarsi le maniche e andarsela a prendere!!!

  4. Siccome abito in zona, ci porto i miei figli e giorno dopo giorno vedo l’inciviltà prendere il sopravvento su di esso … per non dire sull’intera città! Anche io fare un comitato, ci metterei personalmente dei soldi ma la prima cosa che servirebbe è un custode, altrimenti la notte verrebbe nuovamente distrutto! Uniamoci per i nostri figli e troviamo una soluzione?

  5. cosa dire? noi residenti non protestiamo nemmeno più siamo stufi di macchine danneggiate citofoni bruciati per ritorsione dopo aver osato chiamare polizia e carabinieri dopo ” caroselli di macchine impazzite” venite nella nostra “OASI” di pace ma venite dopo le ventitrè vedrete la vera gioventù foggiana come si diverte! Venite venite saremo lieti di ospitarvi.

  6. Non basta…che dire di quel muretto bianco della vergogna che delimita l’angolo di via consagro e marinaccio..lo osservo ogni giorno che passo con rabbia e oramai indifferenza…ma di chi è quel cantiere abbandonato all’interno? si parla di un costruttore locale in causa da anni con il Comune…è vero..è possibile..chissà quanti topi e altri esemplari..mi illudevo che con il nuovo Sindaco..mi riferisco a 20 anni fa..sarebbe cambiato qualcosa…illuso..il foggiano è oramai rassegnato a tutto..fino a quando?

  7. Bisogna smettere di lamentarsi e di piangersi addosso: bisogna istituire dei comitati (come fanno al Nord) e prendere le redini in mano!
    Ad esempio, le strade sono sporche: ma chi le sporca? Siamo o non siamo noi?
    Azioni e non parole!

  8. Ma qualche responsabile dell’Ufficio Tecnico o di quello dell’Ambiente, se esistono ancora a Foggia, sono mai passati da queste parti, hanno visto questo muretto, il marciapiede inesistente che lo affianca lungo via Roberto Consagro? E i vigili?

  9. nn ho MAI portato mia figlia lì perchè è pieno di mosche e c’è l’area adiacente piena di escrementi di cani, da cui proviene un fetido odore….ma come fanno a portare i bambini lì? Bisognerebbe prima vaccinarli per l’epatite A ed altro

  10. Il “cantiere” dietro il muro bianco è una vecchia occupazione di suolo pubblico di Rosania che furbamente ha appoggiato “temporaneamente” dei vecchi ferri di cantiere lì nell’angolo attendendo pazientemente… dopo 25 c’è l’usucapione e ne diventa proprietario senza pagare una lira…
    e nemmeno un euro!

  11. Ma come cavolo scrive ‘sto giornalista? “le norme vanno ad inchinarsi ai piedi di Sua Eccellenza la Fretta, e del suo valvassore la frenesia.” …ridicolo!

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