Alcuni ex fittiani, oggi nella Lega, sarebbero l’ostacolo principale alla candidatura di Raffaele Fitto alle regionali. La ricostruzione è del giornale ‘Affari Italiani’, che rilanciava il retroscena proprio nelle ore in cui Fdi inviava il comunicato sulla scelta del candidato governatore per la Puglia. Si è subito diffuso entusiasmo nel partito di Giorgia Meloni: “Questa notizia allieta il nostro Natale”, “Il mio sogno è un partito monocolore tricolore”, “hanno candidato la punta di diamante in Puglia, il capogruppo di Conservatori e Riformisti in Europa”, “Emiliano ha perso nella mediazione regionale, sulla progettazione ed attuazione dei programmi europei”.
Tutte dichiarazioni che avremmo potuto pubblicare con nome e cognome prima della precisazione del coordinatore regionale della Lega Mauro D’Attis: “Siamo sicuri che in accordo con la coalizione troveremo il nome giusto”. Precedentemente i leghisti di Capitanata non rilasciavano alcuna parola di conferma sul comunicato di Fdi perché in attesa della nota dalla segreteria regionale. In ogni caso il centrodestra al momento tentenna nel decidere chi debba sfidare il centrosinistra, ed è una “allerta” da regionali che scatta da oltre un decennio. Giovanni Riviello, uno dei fondatori della Lega pugliese, alla fiera del Levante, prima che Salvini salisse sul palco il 15 dicembre, ha tuonato: “Sono 15 anni che il centrodestra è diviso in Puglia, se è unito è grazie a noi”. Mancava infatti il “se siamo divisi non è colpa della Lega”.
Stato Quotidiano ha chiesto a Lucio Tarquinio un parere sulla candidatura di Raffaele Fitto e sulle incertezze e contraddizioni di questa fase cruciale. L’ex senatore di Forza Italia – consigliere regionale dal 1999 al 2013 e in Parlamento fino al 2018- qualche motivo di risentimento lo nutre nei confronti del politico di Maglie, o almeno era così fino a qualche tempo fa, sebbene non abbia mai lanciato strali. Molto più infuriati, nel post politiche, si mostrarono i sostenitori di Tarquinio, se non altro per la mancata riconferma nel collegio Foggia-San Severo alle politiche del 2018 del loro senatore. “Il clima che vedo intorno a Fitto è quello di chi ragiona per fatti propri e non dal punto di vista politico. Io posso aver avuto motivi di amarezza personali ma appartengo ad un’altra generazione, alla Prima Repubblica di cui tutti parlano male ma in cui c’erano politici di qualità”.
E se il partito candidasse il leghista Nuccio Altieri, come riporta qualche indiscrezione di stampa? “Sarebbe come Ronaldo contro un calciatore del Foggia, magari si potrebbe offendere pure qualche consigliere comunale eletto e con più preferenze. A Bari governa il centrosinistra ma, con tutto il rispetto per Decaro che è un buon sindaco, questa è una città di centrodestra. Emiliano teme il confronto perché sa che Fitto è un ottimo politico ma soprattutto un ottimo amministratore”. Tarquinio ha formato in occasione delle comunali a Foggia la lista “Azzurro Popolare”. “Io non miro a nessuna poltrona, non sono candidato a niente, sono di centro che guarda più a destra. Certo ho tanti amici in tutta la Puglia”.
Nel 2015, alle ultime regionali, in un vivace dibattito nell’auditorium Amgas di Foggia, l’allora senatore mandava bordate contro i “nemici” dell’eurodeputato di Maglie. Sosteneva Francesco Schittulli presidente e la lista “Oltre con Fitto”. Qualche mese prima Forza Italia in Puglia era stata commissariata, i rapporti fra il partito di Berlusconi e Fitto avevano raggiunto il massimo della conflittualità. Eppure sembra che anche Fi, oggi, non si opponga al suo nome per blindare, forse, Caldoro in Campania: “Sono problemi dei campani, se io dovessi ragionare in termini personali dovrei dire “morte a Fitto”, ma la politica non è questa, bisogna saper guardare oltre. Io so solo che se c’è una carta da giocare in questo momento storico, dopo 15 anni di centrosinistra in cui bisogna mandare a casa Emiliano, questa carta è Raffaele Fitto”.