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VACCINAZIONE Papilloma virus: legge pugliese sulla comunicazione della vaccinazione bloccata dal Governo

Il Governo impugnerà la legge della Regione Puglia che per i ragazzi dagli 11 ai 25 anni, prevede l'obbligo di comunicare all'atto dell'iscrizione a scuola e all'università, sia stato eseguito o meno il vaccino contro il papilloma virus. 

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
22 Luglio 2024
Primo piano // puglia //

Il Governo impugnerà la legge della Regione Puglia che per i ragazzi dagli 11 ai 25 anni, prevede l’obbligo di comunicare all’atto dell’iscrizione a scuola e all’università, sia stato eseguito o meno il vaccino contro il papilloma virus. 

Il presidente della Commissione ‘Bilancio e programmazione, nonché promotore e primo firmatario della legge per l’aumento della copertura vaccinale anti-Hpv ha così commentato l’annuncio del sottosegretario di Stato alla Salute, Marcello Gemmato, sulla decisione del Governo d’impugnare la legge regionale pugliese per incentivare la vaccinazione, così da prevenire molti tumori di origine sessuale, a cominciare da quello alla cervice uterina.

“Come dire, il centometrista che allo start si mette a correre all’indietro. Stupisce l’enfasi con cui il sottosegretario Gemmato ha fornito la notizia dell’imminente impugnativa, come se fosse una nota di merito e probabilmente per eccitare gli errori da prova scientifica del mondo no-vax. Il contegno governativo più equilibrato sarebbe stato, infatti, un suggerimento alla Regione Puglia per raggiungere con più efficacia e immediatezza l’obiettivo dell’ampia copertura vaccinale, piuttosto che uno sterile atteggiamento da giuria sul lavoro altrui, ridicolizzando un innovativo strumento giuridico come il dissenso-informato”.

Amati evidenzia: Noi sappiamo che il problema della copertura vaccinale contro il Papilloma virus consiste essenzialmente nella capacità di far conoscere i benefici. E poiché si tratta di un vaccino la cui somministrazione è prioritariamente rivolta a bambini e ragazzi, qual è il luogo migliore per assicurare la capillarità informativa? La scuola, ovviamente, senza imporre nessun filtro d’iscrizione a scuola o all’università, ma solo l’obbligo d’informarsi sugli effetti della vaccinazione oppure il rifiuto espresso d’informarsi. Insomma, dissentire ma previa informazione. Che c’è di male nel fatto che proprio nella scuola si educhi al diritto di parola e scelta, previo diritto d’informazione e ascolto? E se questo sistema d’informazione attiene alla salute, a tutelarsi dai tumori, in cosa consiste lo spreco di qualche minuto per saperne di più? Ma al ministero della Salute non la pensano evidentemente così. E siccome non producono alcuna strategia, magari più efficace di quella pugliese, danno la sensazione di preferire la disinformazione e le conseguenze patogene piuttosto che l’informazione e le conseguenze salutari”.

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