Scenari bucolici da primavera natalizia in Puglia, con alberi di pero in fiore a dicembre, a causa del clima pazzo e un 2019 che dal punto di vista climatologico ha fatto registrare temperature bollenti, superiori di 1,39 gradi la media stagionale, con il quarto autunno più caldo dal 1800 secondo ISAC CNR. E’ la Coldiretti Puglia ad annotare il fenomeno: “Sono disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante – spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia-.
A nulla vale più la programmazione degli orticoltori che in Puglia raccolgono broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente per le temperature primaverili”.
La preoccupazione per la natura sconvolta è “l’effetto del possibile improvviso abbassamento della temperatura sulle piante in fiore con effetti disastrosi sulla raccolta dei frutti primaverile ed estiva. Sono eventi estremi per cui il meccanismo della declaratoria di calamità naturale e del Fondo di solidarietà naturale, così com’è strutturato, non funziona più
Shock termici, nubifragi e trombe d’aria hanno già allagato le campagne, strappato gli alberi, inondato di fango campi e strade rurali, fatto crollare a terra le olive, danneggiato ortaggi e verdure in campo, con un bilancio gravissimo nelle aree rurali, dove gli agricoltori hanno già subito 53 eventi estremi che si sono abbattuti in Puglia dal 1° agosto ad oggi, secondo il monitoraggio di Coldiretti Puglia, sulla base della Banca dati europea sugli eventi estremi ESWD” (European Severe Weather Database).