Noi siamo Tobia.
Dei personaggi della Bibbia
Tobia è quello che ci piace di più.
E’ semplice, normale,
non è un eroe, né un profeta,
non è un dottore della Legge
e non è un condottiero.
Non è nemmeno un cantante,
un ballerino, un attore o uno sportivo.
Insomma un ragazzo così, come tanti.
E’ anche meno pio del padre Tobi,
che si è messo nei guai
con Sennacherib, allo stesso modo di Antigone.
Tobi si prodigava per i bisognosi,
dava sepoltura agli abbandonati,
contro i decreti del re.
Per questo motivo fuggì da Ninive.
A nulla gli è valso il suo alto rango
nell’amministrazione del re.
Cadde in disgrazia, divenne cieco
e viveva in ristrettezze.
(Didgeridoo – Yigi Yigi – David Hudson)
Tobia no, pare sbiadito,
i fatti che gli vengono attribuiti
sono privi di significato.
Non ha gesta memorabili,
eppure è la pietra d’angolo
su cui si salda l’edificio della società.
Si assume la croce della famiglia
e fa tutto a puntino.
E’stato mandato ad Ecbattana
per riscuotere i talenti d’argento,
depositati anni prima dal padre.
E’ ancora giovane ed il padre,
temendo per i pericoli del viaggio,
lo fa accompagnare da Raffaele,
esperto conoscitore delle strade di Media
e dei loro pericoli.
Tobia parte per il viaggio della vita
e lo porta a termine semplicemente,
senza importanti imprese.
Parte adolescente e ritorna uomo.
Supera il pericolo del pesce,
che gli aveva attaccato il piede,
mentre si lavava nel fiume Tigri.
Lo cattura e, come gli dice Raffaele,
ne conserva il cuore, il fegato ed il fiele,
che gli torneranno utili in seguito.
(Inuit ThroatSinging – Katajjaq)
Giunto a destinazione va ospite
di Raguele e sposa Sara, sua figlia.
Era suo dovere, secondo la legge
del libro di Mosè.
Sara, poi, era tormentata da Asmodeo.
Gli faceva morire i mariti.
Sette, appena sposati,
la prima notte di nozze.
Raffaele dice a Tobia di bruciare
nel braciere dell’incenso
il cuore ed il fegato del pesce conservati
e scampa così al destino
di quanti lo avevano preceduto.
Tobia è uguale a tutti i giovani, di ogni tempo.
E’ schietto, affronta il suo viaggio, senza scalpore.
Fa tutto con naturalezza.
E’ quello del fare.
Va, inviato dal padre,
ed esegue il suo compito.
Adempie ai propri doveri,
sposa Sara, il suo fatto più importante.
E’ il carattere di Tobia,
parla poco, fa le cose che deve fare,
non è appariscente.
Segue in tutto Raffaele
ed alla fine con il fiele serbato
cura la cecità del padre.
Tutto sottovoce, sobrio, laborioso, pacato,
come quelli che indicava il papa Leone.
Gesù stesso è in parte Tobia,
quello della montagna di Galilea.
Anche noi, poco poco, siamo Tobia.
(Throatsinging from differentcontinents)
C&C